Manca una settimana al Natale e molti di voi avranno già finito di addobbare casa con luci colorate, vischio ma soprattutto con l’albero di Natale o il presepe.
Ci sono molte scuole di pensiero, e in questo caso mi schiererò, prediligo il presepe, e per chi mi conosce questa potrebbe essere una scelta molto strana, ma andiamo per gradi vi spiego tutto.
8 dicembre, giorno dell’immacolata concezione, da tradizione si inizia a addobbare l’albero di Natale, mai capita questa cosa, mancano 17 giorni e così in anticipo bisogna sbattersi a mettere le palline su un albero? Poi, posso accettarlo per caritá, ma con la certezza che questo sia vero, diciamo NO (non pensate al Referendum, almeno stavolta) agli alberi finti!
Vi regalo perle di storia, perché si fa l’albero di Natale?
Fino dai tempi dei celti, dei vichinghi, dei romani, l’albero aveva uno scopo quasi venerativo e con l’avvento del Cristianesimo il suo uso si affermò anche nelle tradizioni cristiane, anche se la Chiesa delle origini ne vietò l’uso sostituendolo con l’agrifoglio, per simboleggiare con le spine la corona di Cristo e con le bacche le gocce di sangue che escono dal capo.
La tradizione diventò molto forte in Europa e soprattutto in Germania, d’altronde una interpretazione allegorica fornita dai cattolici spiega l’uso di addobbare l’albero come una celebrazione del legno (bois, in francese è sia inteso come “albero” sia come “legno”) in ricordo della Croce che ha redento il mondo. Nei primi anni del Novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case dei cittadini sia europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario. Nel dopoguerra il fenomeno ha acquisito una dimensione commerciale e consumistica senza precedenti, che ha fatto dell’albero di Natale un potenziale status symbol e ha dato luogo, insieme alle tradizioni correlate, alla nascita di una vera e propria industria dell’addobbo natalizio.
Nonostante tutto rinunciare all’albero di Natale non è così facile. In molte case l’abete verde da fiaba, che sia vero o sia finto, trionfa sulla tradizione religiosa. Protagonista di grandi saloni, l’albero di Natale rappresenta un punto focale della festa, una sorta di focolare intorno al quale raccogliersi nel momento tanto atteso dello scambio dei doni.
Passiamo al presepe, l’ho sempre vista come una tradizione che va al di lá di un aspetto religioso.
Il presepe é dedizione, colpo di genio, cura dei particolari, decisione del posto adatto per costruire l’opera di cui andare parecchi fieri.
Ma torniamo alla storia piú cattolica, il presepe tradizionale è una complessa composizione plastica della Natività di Gesù Cristo, allestita durante il periodo natalizio; vi sono presenti statue formate di materiali vari e posizionate in un ambiente ricostruito in modo realistico. Vi compaiono tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia, dov’é posto Gesù bambino, i due genitori, Giuseppe e Maria, i Re Magi, i pastori, le pecore, il bue e l’asinello e gli angeli. La statuina di Gesù Bambino viene rigorosamente, regola ferrea collocata nella mangiatoia alla mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, mentre le figure dei Re Magi vengono avvicinate ad adorare Gesù nel giorno dell’Epifania, compito che negli anni mi é sempre toccato con i Re Magi fatti partire a distanza siderale giá il 25 e fatti camminare un passo per volta ogni giorno. Lo sfondo può raffigurare il cielo stellato oppure può essere uno scenario paesaggistico.
I maestri dell’arte del presepe si trovano principalmente a Napoli, come goliardia ogni anno riescono a creare anche personaggi celebri da inserirci, ma in ogni persona é presente un vero e proprio artista del presepe. Bisogna avere creativitá, inventiva, giá la scelta della collocazione non é semplice, poi i giochi di prospettiva, i ruscelli finti fatti di cartonato azzurro o vero con nuovi strumenti di meccanizzazione, le montagne, il muschio proveniente dall’orto di casa, le statuette, tutte hanno un senso, il taglialegna vicino al bosco, il ciabattino dentro il borgo, il pescatore che frega il pesce dalla barca dei pescatori, i pastori che suonano la cornamusa davanti alla capanna, le pecore. Poi i borghi,hanno tutti somiglianze diverse rispetto alla regione in cui vengono creati diciamo che le casette liguri hanno il loro perché.
Poi cosa più importante il presepe si passa di generazione in generazione, di figlio in figlio, da nonno a nipote, é anche un modo per ricordare chi non c’è più, le tradizioni stanno morendo ma questo piccolo mini mondo pieno di sentimenti e dedizione non avrá mai fine.
Natale in casa Cupiello di Edoardiana memoria aveva un celebre motto: “Ti piace ù presepe?”, a me sì e voi? Preferite l’albero di Natale o il presepe?
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