La meglio gioventù

Qualche giorno fa il ministro del lavoro Poletti ha attirato su di sè un grande turbillon di polemiche dovute alle sue dichiarazioni sui giovani all’estero in cerca di un’occupazione. “Se in 100mila sono ‘scappati’ dall’Italia, non è che qui sono rimasti 60 milioni di ‘pistola’. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perchè sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi“.  Parole forti soprattutto in Italia dove in venticinque anni si è passati dal 26,9% del 1990 al 44,2% del 2015 per quanto riguarda la disoccupazione giovanile.

I nostri giovani sono costretti a emigrare all’estero per cercare fortuna, finire gli studi nel bel Paese non è per niente sinonimo di certezza dell’impiego anzi, ma non crediamoci che all’estero riescano a fare della propria esistenza il sogno di una vita, occupano mestieri umili che però qua non riusciamo a offrirgli.

La morte del lavoro in Italia va anche attribuita ai voucher, uno strumento che permette di pagare piccoli incarichi lavorativi, introdotti nel 2003, ma liberalizzati nel 2012 dalla Fornero, hanno avuto il loro massimo impatto grazie al Jobs Act  che ha consentito di utilizzare i voucher per “mascherare” i lavoratori in nero, favorire il precariato. Proprio l’ex ministro del lavoro anni fa aveva definito i giovani troppo “Choosy” (schizzinosi) seguendo l’onda lunga delle dichiarazioni di Padoa Schioppa, “bamboccioni”, apostrofando quei ragazzi,che stanno a casa con i genitori fino a 35/40 anni.

Tornando agli italiani all’estero e alla questione referendum, fanno specie le parole del ministro, soprattutto per quanto riguarda il Si che nei nostri votanti fuori sede ha raggiunto l’unico risultato positivo. Annus horribilis però, la giovane studentessa veneta Valeria Solesin perse la vita nell’attentato al Bataclan di Parigi, il 21 marzo morirono in un incidente a Madrid 7 ragazze italiane, studentesse in Erasmus, infine Fabrizia Di Lorenzo vittima del terrorismo nei mercatini di Natale a Berlino. Stesse storie, stesse vite, uniti nel sociale, con sogni che vengono spezzati alla ricerca di un futuro che forse non potevamo dargli ma che con il coraggio e la voglia di fare avrebbero potuto realizzarsi.

La lettera di Lara Lago, ragazza che lavora a Amsterdam, indirizzata al ministro Poletti racchiude tutti i sacrifici fatti da chi molla tutto e prova fortuna fuori dall’Italia, non è polemica è pura realtà, è un invito a non mollare, l’obiettivo è quello di tornare per rendere grande questo Paese, in cui ora non ci sono le possibilità.

In un anno ho perso il lavoro due volte, un contratto di apprendistato finito nel primo caso e la crisi per il secondo, e come me tanti altri ragazzi nella mia situazione, si guarda avanti a testa alta inseguendo con il sudore della fronte il sogno della vita senza mollare un centimetro. Ci sono talenti sparsi in giro per l’Italia che hanno bisogno di sbocciare, inbrigliati da uno Stato che non manda in pensione chi lo merita dopo 42 anni di lavoro.

“E per tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero così belli a gridare nelle piazze perché stanno uccidendoci il pensiero”, urliamo a voce alta che non siamo un paese per vecchi magari per Vecchioni.

Noi siamo la meglio gioventù.

 

lavoro

 

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: