La notte tra il 10 e l’11 febbraio probabilmente è una di quelle date da segnare con il cerchiolino sul calendario.
Appena svegli il buon Desso mi annuncia di un intervista recuperata all’ultimo secondo, di corsa si parte per l’albergo del fattaccio del giorno prima, segno del destino, per l’intervista a Bernabei. Siamo trafilatissimi ma il mio socio di avventure mi avvolge in una storytelling che gli esce dal cuore. Mi ha raccontato di una sua zia circense che faceva spesso tappa a Sanremo e in viaggio, lui genovese,da bambino di 7 anni era venuto a trovarla con sua nonna. Anni dopo questa cittá gli ha regalato i racconti più belli della sua giovane vita.
Arrivati a destinazione mi chiede di tirare fuori la telecamera che però non ho, non ci siamo capiti e è rimasta a casa, gelo di un secondo ma registratore e go pro ci hanno salvato sulla linea. Mi mangio le parole parlando del titolo della sua canzone e ci guardano strano per l’attrezzatura dell’ante guerra. Ci ridiamo su.
Recuperiamo la nuova proposta Lorenzo Lamacchia dai quali veniamo trattati con incredibile gentilezza regalandoci anche il suo album, sono giovani hanno tempo per non considerarci. Ci avviamo verso il Palafiori e vedo due ragazzi suonare due batterie, gli chiedo se Desso può suonare e parte la jam. Occhi di felicità per un “drummer” che avrá un gran futuro.
Clementino in sala stampa regala una prestazione immensa di napoletanitá gioiosa cantando la cover di Svalutation di Celentano, recita pure, artista completo.
Ma il bello del pomeriggio di conferenze stampa arriva con Francesco Gabbani, la sua ballata di Occidentali’s Karma mi ha colpito, due giorni che la progetto. Fermo tutto, prima domanda, gli chiedo di mostrarci il balletto, lo faccio insieme a lui, tanto ridere, cellulari, telecamere e tablet puntati. Lucio in mondovisione.
Non finisce qui, anzi, notizie magiche, Desso “vince” l’Ariston, Ale,Franci e Cigno il DopoFestival, #CampuswaveOvunque mi verrebbe da dire. Nel frattempo #IRagazziDellaNotte sono in giro per interviste, il maestro Giorgio Moroder dimostra di meritare i 3 premi Oscar, Malgioglio ha la fobia delle luci e Zibba ci fa sentire sempre di più a casa.
Voliamo un secondo al Festival, alla fine l’obiettivo è quello, tra i giovani l’ansia di Pini, la sentivo mia, va a casa, passano Maldestro e Lele. Le cover, ottima è bellissima la Comello cantante e ballerina con “Le mille bolle blu”, Masini omaggia Faletti in “Signor tenente” versione rock, Sergio Sylvestre ceffa la simpatica “La pelle nera” molto autobiografica, e i primi due posti se li guadagnano Paola Turci e Ermal Meta rispettivamente “Un emozione da poco” e “Amara terra mia”, cambi di voce come se piovessero.
Dei sei a rischio eliminazione vanno a casa le due coppie, gli ospiti Luca e Paolo tengono banco, Giallini e Gassman il presente del cinema italiano.
Il barista del Bar fuori dalla “Lucio Dalla”, ragazzo calabrese fuori sede da un pò mi racconta che vorrebbe tornare al suo paese, alla sua vita, qua non si tira avanti, soldi non ne girano. Leit motiv delle belle storie del Festival, le persone che tirano avanti questo Bel difficile Paese.
Si vola in diretta classica notturna per il giornale, incontro Desso fuori dall’Ariston, racconta la magia del teatro e i retroscena di un Carlo Conti in versione show man. Vuol rendermi il favore, riesce con uno stratagemma a portarmi in Serie A, il braccialetto é restato, il capo ci fa il mazzo, esultanza in ascensore, siamo alla sala stampa dell’Ariston Roof. Ci vedo un futuro. Arriverá.
Restiamo fino alle 4 in Piazza Bresca per l’uscito dell'”allegro” Mika, prendo una gomitata in bocca e capisco quanto sia terribile il mestiere del paparazzo.
Si fanno le 5. I racconti concludono un giorno meraviglioso e il cinese Milhouse conquista via Visitazione.
I Fozza Inda sono arrivati anche qua. Ma fa parecchio piacere.
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