“Ieri il mio sogno è morto”. Così con la sua solita eleganza Mister Claudio Ranieri si è congedato dal Leicester.
Perchè giovedì è accaduto il fattaccio e non lo dico perchè sono populista ma l’esonero di un mister che ha portato una squadra, arrivata quartultima l’anno prima, alla vittoria della Premier League in un calcio moderno così incline alle favole, ha del clamoroso.
Paga il punto sopra la zona retrocessione, l’eliminazione dalla coppa d’Inghilterra e cosa che lascia il punto interrogativo una sconfitta di misura per 2-1 in quel di Siviglia, team che in Europa da decenni ci sa parecchio fare.
Non si vive di ricordi, i miracoli certamente per una squadra abituata alla Championship (b inglese) si vivono solo una volta nella vita, ma quello che è stato fatto è entrato di diritto nella storia di questo sport.
Definito da molti un perdente di successo visti i secondi posti con Chelsea, Roma, Juventus, la si può definire una sua rivincita personale che gli ha consentito di ricevere alcuni tra i premi più ambiti per un allenatore:riceve il Premio Bearzot e soprattutto il 2016 Best FIFA Men’s Coach, il premio attribuito dalla Fifa al miglior allenatore del mondo. Proprio per l’eccezionalità dell’evento, il Coni gli ha anche assegnato la Palma al merito tecnico d’oro, la massima onorificenza prevista per i tecnici sportivi, premi che ha sempre diviso con la sua squadra, lui che nel gruppo ci ha sempre creduto.
E sono stati proprio loro, i traditori che lo hanno abbandonato nelle difficoltá, i vari Mahrez, Vardy, Morgan, calciatori che gli devono tutto, che fino a due/tre anni fa calcavano campi della nostra Lega Pro.
Il calcio è uno sport da sempre senza riconoscenza e negli ultimi anni fonte solo ed esclusivamente di marketing, nel caso degli inglesi la proprietá è thailandese ma io da tifoso interista, da sempre e per sempre, mai ho sopportato l’arrivo dei cinesi, sono un morattiano lo ammetto, nonostante i tanti errori, ci ha sempre messo passione e cuore. L’amore è quello che manca.
Quando c’é da far saltare una testa é quello che rischia prima di tutti, mi direte, é difficile farne fuori 22 e infatti un vecchio Mister diceva che “l’allenatore conta il 20%”, seguendo da sempre il mio vecchio, in panchina da piú di 30 anni, non mi trova d’accordo, lavora sulla testa, sul campo, è un amico/nemico che sa farsi rispettare,volere bene.
Credo che valga di più di quel 20 anche se alla fine dei conti questo calcio non può dargli di più.
Da sognatore non penso che il suo sogno sia finito.
Rimarrá indelebile nella sua mente tutte le notti.
Continua a sognare Mister, te lo meriti.
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