Dj Fabo è morto lunedì alle 11.40. Non in Italia ma in Svizzera. Il 39enne milanese tetraplegico e cieco a causa di un incidente stradale, ha fatto la sua scelta, ha deciso di andare a morire in un paese straniero per essere finalmente libero, smettere di soffrire. “Quando andate in macchina mettete le cinture”, le sue ultime parole, quelle cinture che lo hanno condannato a una vita in quelle condizioni.
Si può essere d’accordo o contro questa decisione? Non lo possiamo sapere, non ci si può schierare, bisogna trovarcisi in quella situazione, senza poter vedere da due anni e mezzo, muoversi, parlare con non poche difficoltà.
La vita è una cosa meravigliosa siamo tutti d’accordo ma se ci viene tolto il modo di viverla degnamente che senso ha restare ancora qui? In Italia siamo ancora schiavi di un paese bigotto, con al centro il Vaticano che ha ancora troppa forza, qua non si può decidere di morire, di essere “assassini” di se stessi, passatemi il termine non dispregiativo, perchè in terra svizzera Fabo con la bocca è stato “la mano” della propria morte.
Non capisco quando le persone invalide condannano il dj, sono scelte, si può rimanere aggrappati alla vita fino alla fine, stretti dall’amore di persone che soffrono tutti i giorni vedendoti in quelle condizioni.
Siamo indietro, il caso Piergiorgio Welby aveva scombussolato, ma non ha mosso niente, nonostante le parole di Napolitano avessero dato speranza. Eutanasia, testamento biologico, suicidio assistito, sono parole che spaventano questo Paese, hanno bisogno certo, di più di un pensiero.
Non penso che tutto ciò si possa paragonare all’aborto, un altro caso che presenta ancora più incognite, molti dicono si tratti di una vita che deve ancora formarsi, con punti interrogativi su quando una vita inizi a essere tale, se dal concepimento o dai tre mesi di gravidanza. Non mi voglio catapultare in questo discorso, troppo complicato, come quello dei suicidi, sarebbe un circolo vizioso e poco producente.
Ci sono tanti Dj Fabo in Italia e hanno bisogno di risposte. Fate qualcosa. La vita è importante ma la sofferenza altrui merita rispetto.
Fabo non è morto. È libero.
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