L’11 giugno del 1984 moriva Enrico Berlinguer, ultimo leader di una sinistra che non esiste più.
Durante un comizio a Padova venne colpito da un ictus, lo concluse nonostante tutto entrando in coma poi la sera stessa.
6 anni prima nasceva mio fratello Alessandro. Guarda il caso.
Non so se ti farà piacere questo pezzo ma già il fatto che io abbia pensato di scriverlo nel tuo ultimo anno “enta” rispetto che il prossimo ingresso negli “anta”, potrebbe farti rimanere meno male, è un traguardo difficile da accettare.
12 anni di differenza, ai tempi troppi quando ad esempio ne hai 10 e nel contempo tu 22, generazione opposte, tanti litigi, pannolini cambiati, figurine attaccate agli album del mondiale, partite a calcio in camera con lampadario rotto e scazzottate senza senso.
C’è un intervista, a cui ridiamo sempre quando la vediamo, io, 4 anni, bambino con alle spalle lo zainetto trovato nell’uovo di Pasqua, tu regista molto poco Pasoliniano in questo caso, ma che in una simil documentario sull’ingenuità di un pischello hai carpito informazioni che risultano ora verosimilmente futuriste.
Abbiamo diviso per anni la stessa stanza, la Mansarda, come già detto nell’apertura di questo blog, il tuo disordine-ordinato ha fatto parte di quel sottotetto in un lungo periodo lasciando, quando sei andato a vivere con la Betty, un’ideologia e un’aria piena di sogni che sono rimasti intatti ispirandomi una vita che mai avrei creduto di affrontare.
Questo allontanarci dalla consuetudinaria vita famigliare ci ha avvicinato e ne vado orgoglioso. Il calcio, oltre all’interismo, ci ha unito con il torneo con l’Aranca, in un ottimo dualismo mister-giocatore, le serate insieme, la politica grazie a Civati, la radio.
Proprio Retweet, può essere considerata una tua creazione, vista la tua passione per Twitter passatomi come un vortice che ha dato via a un format istituito grazie ai tuo consigli. Poi le puntate insieme, i tuoi immancabili #SpiegoneParodi che rendono la puntata meno cazzara del previsto.
Siamo diversi, tanto, tutti e due con parecchi difetti, e chi non li ha, ma molto vicini negli ultimi anni, grazie a questa reciproca passione per la scrittura, la ricerca della verità.
Non amo fare i regali e neanche sono capace a farli a differenza tua che nella scelta sei sempre speciale e azzeccato. Ti dono questo, nella migliore cosa che so fare, forse, la scrittura.
Vento in poppa fratè, amico mio.
Bellissima dedica 🙂
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