La torta di riso non è finita

In viaggio. Sono andato due giorni a Lucca a trovare un amico ventennale, il tempo per noi non sembra mai essersi fermato, si è trattata anche di un’ottima occasione per sentire suonare i Maximals, duo savonese dal grande avvenire.

Allerta meteo, quindi di rischiare la vita con la 600 non se ne parla, prenoto all’ultimo come mio solito e vado in Flixbus, treno da Celle fino a Genova e poi da lì con il mezzo di trasporto ultimamente più quotato. Scendo a Brignole, il pullman arriva praticamente di fronte, in Piazza della Vittoria, faccio tutto con calma, diluvia, mi incammino un quarto d’ora prima della partenza. Non arriva nessuno, soliti dubbi, controllo e in realtà la fermata era in zona Principe. Chiamo di corsa un taxi, fradicio, due minuti e arriva, corsa contro il tempo, alle 15.14 sono lì, prima di beccare quello giusto salgo su quello diretto a Roma, bestemmio ma ci sono. Viaggio con una comitiva di spagnole, non male.

Volevo risparmiare da buon ligure e in effetti così è stato anche se quei 13 euro di taxi pesano come un macigno nel mio portafoglio molto spesso piangente. Dopo questo preambolo del pre viaggio con questa ultima frase, con il “buon ligure” do il la e anche un po’ di senso a questo pezzo.

Ero in silenzio da un po’, circa 15 giorni, mai fermo dallo scrivere, sia chiaro, fa parte da 11 mesi della mia vita e avevo intenzione di perdere tempo e raccontarvi la magnificenza di una regione, la Liguria, spesso bistrattata da chi la vive.

Sono settimane che mi guardo intorno, più del solito, girando per la mia zona per la provincia di Savona e mi immergo in alcuni lati che ho sempre faticato a comprendere quando nel passato svolgevo mestieri che mi mettevano a contatto con le persone. Abbiamo una caratteristica terribile noi liguri, siamo chiusi, tirati e mugugnoni (traduzione: ci lamentiamo). In questo viaggio visivo ho trovato un’atmosfera diversa, figlia probabilmente della voglia di fare il cantastorie a cui tutto, o quasi, sembra meraviglioso.

Tante le eccellenze oltre al pesto che rendono speciale questo territorio. Settimane fa mi sono addentrato nell’incantato mondo dei frantoi dove la fatica della raccolta delle olive si trasforma in prodotto di alta qualità. Questa passione di famiglia sicuramente mi ha aiutato, ma mai mi sarei immaginato, entrando nel laboratorio di una frazione varazzina di ricevere un’accoglienza così calorosa da parte del proprietario, una persona anziana che notoriamente per i canoni liguri risultano essere burberi e distaccati. Nei suoi occhi notai tutta la forza, il sentimento che contraddistingue questo mestiere tra i più antichi d’Italia.

La stessa gioia che incrociai nei Giovani per la Scienza, questo gruppo di adolescenti savonesi, studenti di 14-15 anni che nella Fortezza del Priamar spiegano alle comitive studentesche i progetti scientifici da loro creati. Quel giorno toccava a me, che per le materie tecniche sono sempre stato una frana, gli facevo raccontare i loro esperimenti per un pezzo sul giornale, ero a bocca aperta notando quanta attenzione mettevano nei dettagli, con precisione mi esponevano il tutto, cercavo di stargli dietro ma non capivo nulla naturalmente, fortuna vuole che l’interrogato a sto giro non ero io, Questi ragazzi in un futuro terranno alto il nome di Savona, con la speranza che i loro cervelli non si trasferiscano all’estero.

Non è una marchetta sia chiaro e non parlo neanche di politica mi farei del male, qualcosa è cambiato in questi ultimi anni, é solo per far capire di non fare affidamento agli stereotipi o ai gruppi Facebook populisti che attaccano dall’interno il territorio. Passeggio per Savona e al di là dei problemi che la caratterizzano vedo la voglia di riemergere, così come succede a Genova, di una magnificenza incredibile la mattina presto. Poi il mare, una fortuna che a tratti siamo capaci a sfruttare.

Mi pento spesso di non conoscere e girare questa Regione, guardando fuori dal finestrino nel pieno di un allerta che risulta oramai alle spalle scorgo un pescatore di Zoagli pronto a partire con la sua lancetta. La quiete dopo la tempesta perfetta, il sole spunta ma è verso il tramonto. Si riparte.

Cito il comico ligure Enrique Balbontin famoso per la sua “Ciao Milano” di quest’estate, la torta di riso, mi scuserà, ma non è finita.

 

 

 

 

2 risposte a "La torta di riso non è finita"

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  1. Ciao Lucio! Mi è piaciuto molto il tuo articolo è mi farebbe piacere che visitassi il mio blog 😊 anche io sono ligure e ho deciso di raccontare un po’ della nostra bella terra.
    Fammi sapere se hai gradito il mio scrivere 😉 e “battitene u belin!” 😁
    Laura

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