Sveglia presto, a Sanremo, certo si lavora senza orari, ma c’è uno scoglio universitario da superare e le 4 ore di sonno devono per forza bastare.
Durante la mattinata passeggio per Sanremo, giornata uggiosa, mare leggermente mosso e il sale che mi sporca la faccia, ho un dejavu anche di una camminata di corsa con l’amico Desso, anche quella volta oltre ai nostri racconti, pensavo nella mia testa le domande da fare con una solita fraterna ansia che mi contraddistingue.
Supero una mela intatta appoggiata su una panchina una foto prettamente da storia Instagram e arrivo al ristorante per il menù degli artisti, fa parte di uno delle cose più interessanti di questo lavoro, forse l’aver avuto una piccola esperienza in cucina e lavorato anni dietro a un banco macelleria mi ha aiutato sicuramente.
Dopo una conferenza sui migranti, argomento che ancora di più dopo Macerata colpisce nel segno, mi getto nell’intervista con l’amico Zibba, divertente come sempre e con una lingua completamente verde segno dell’apertura dei negozi di marijuana anche in Italia (senza Thc però fratè). Il pomeriggio della sala stampa si accende con lo show di Pio e Amedeo, non autorizzato dalla Rai però e giù cazziatone.
Un viaggio telefonico nella mia provincia lavorativa mi fa cercare di essere onnipresente a distanza e dopo una doccia record durata dieci minuti si vola nel mondo trash nel pieno della movida sanremese. Tipe scosciate, labbra rifatte, fighetti da 2018, colli e capelli fradici ma anche risate con le Iene e di nuovo i comici foggiani, vi sembrerà strano ma sono io a mettere in mezzo loro tra look poco appariscenti visti i colori sgargianti del pomeriggio, spiegazioni sulla cacciata dalla “Lucio Dalla” e il Mazzeo della loro squadra del cuore che rimanda il pensiero al mio front preferito.
Arriviamo a casa a Festival iniziato ma probabilmente mi sono perso ben poco, soprattutto per le canzoni, non mancano i pezzi piatti e non li citerò tutti perchè uscirebbe un listone infinito, sottolineo la delusione per l’Arrivedorci degli Elio, Decibel e Mario Biondi. Bene lo Stato Sociale, parte lenta ma poi segue lo spirito gabbaniano di una boiata che diverte sul palco. Mi sono piaciuti Facchinetti e Fogli e Diodato, Ron da risentire. Meta e Moro poco sincronizzati ma super favoriti. Forse.
Si ritorna in strada, diretta notturna de “I ragazzi della notte” per raccontare le impressioni della gente all’uscita dall’Ariston. Baglioni strapiace agli over 60, trovato invece da me molto fuoriluogo, la Hunziker domina la scena, Favino artista a tutto tondo che ha emozionato con un medley di musica italiana.
Arriva il tempo della birretta, becchiamo il Maestro, ex proprietario del nostro bar di fiducia, si fanno le due e arriva la notizia più clamorosa, Meta e Moro rischiano l’eliminazione per il loro pezzo già sentito per i corridoi sanremesi. Qualcuno è felice, altri proprio per nulla. Belli e dannati.
Le camminate notturne non vorresti che si fermassero mai.
Sono le 4. Brioches calde.
Il Festival ha acceso le luci.
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