Una rabbia repressa ingiustificata

Cosa penso quando parlo di servizio pubblico? Cercare di dare un servizio che garantisca imparzialità e completezza d’informazione. E così è stato fatto da parte mia nel pomeriggio di ieri.

Domenica scorsa il ministro degli Interni Matteo Salvini ha annunciato pubblicamente la chiusura dei porti italiani all’imbarcazione Aquarius con 629 migranti a bordo, e, piccolo inciso, perchè mi è stato contestato, che Danilo Toninelli, ministro delle infrastrutture, non è intervenuto in prima persona ma ha accettato questa decisione.

Non mi meraviglia e sorprende il fatto che sia stata messa in atto questa azione, la politica della Lega da anni è a favore di questa iniziativa repressiva, nonostante i complimenti del leader del Carroccio all’ex ministro Minniti (e questo forse un pò mi rende perplesso) e l’Europa che ci elogia per i sacrifici fatti in questi anni.

Perchè Salvini si oppone agli sbarchi in Italia? Tralasciando gli ideali politici si schiera negativamente contro gli scafisti, le Ong e le cooperative che a detta sua si schierano a favore degli aguzzini dei migranti, i quali gli estorcono i soldi e li fanno viaggiare in condizioni disumane.

Quindi l’unica soluzione prospettata e obbligata è risultata essere Malta (hanno rifiutato) o in Spagna  a Valencia che li riceverà fra tre giorni, tre lunghe giornate che dovranno passare in mare senza poter mangiare.

Savona, presidio organizzato da Cgil, Anpi, Arci, Azione Cattolica italiana, Legambiente, Libera e Rete della Conoscenza in piazza Mameli, la piazza dove è presente il Monumento ai Caduti, dove ogni giorno alle 18.00 tutto si ferma e ai rintocchi della campana si ricordano i nostri morti.

Diretta Facebook per il giornale dove documento il “no alla chiusura dei porti” e subito si scatena la bagarre nei commenti, qualcuno attacca anche noi, molti, praticamente tutti iniziano a riempire di insulti i migranti presenti, “Andatevene a casa vostra” oppure “Ospitateli voi se li volete così tanto”, non ho letto una parola a favore, di vicinanza, uguaglianza quella che avremo dovuto imparare dopo i terribili fatti del ventennio nazi-fascista.

Siamo stati tutti immigrati. In America dove siamo andati per lavorare e siamo stati emarginati e presi a calci in faccia, dal sud al nord dell’Italia dagli anni 50 con la classica valigia di cartone per lavorare nelle fabbriche Fiat, noi stessi che andiamo all’estero, Germania, Inghilterra, Olanda, paesi baltici, per scappare dall’Italia che non offre opportunità ai giovani.

Prima gli italiani dicono, ma bisogna essere in grado di essere considerati tali e così, in questo modo, sembriamo delle bestie, rozze, vergognose che alle 6 del pomeriggio non hanno nient’altro da fare che sfogare la propria rabbia, ingiustificata sui social.

E la cosa che mi sciocca è che naturalmente si va dietro all’onda lunga del partito che da anni usa questa ideologia, per sfogare la propria rabbia repressa ma che l’altro partito che fa parte del Governo, il M5S accetta e condivide questa decisione. Del resto sono sempre stati il Movimento (oramai diventato partito) che dava voce allo scontento anti casta e questo argomento ne fa ampiamente parte, essendo assolutamente più che populista.

Non mi sto schierando e penso che sia lecito agire in questo modo se una linea politica e questi ideali sono stati votati e rispecchiano la maggior parte degli italiani, ho paura per questa incazzatura, il fatto che non si possa più avere un’idea diversa. Gli errori passati di chi era in piazza ieri su altri argomenti sono indubbi ma non sull’immigrazione, quello non lo accetto.

Sono persone, con vite e storie, noi non lo siamo più. E questo mi spaventa.

 

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