Qualche giorno fa ho fatto un tuffo nel passato. Al 2005 e al mio primo bacio. Ma sarò sincero me ne ero scordato, io che nelle “prime” sono sempre stato ferratissimo.
La squadro, ha qualcosa di familiare, ma non mi viene in mente, è diversa rispetto ad anni fa e comunque quel ricordo che era riposto nel cassetto spunta fuori. Capisco, mi ricordo e torno indietro di 13 anni, più o meno era questo periodo, forse maggio, scogli e non poteva essere altrimenti come primo bacio. Non ne ho un buon ricordo forse perchè comunque nonostante fossi già un bacchettone con la testa sulle spalle quella “love story” non ha avuto un buon seguito. Sul primo amore invece non esiste nessun dubbio.
Lei non si ricorda o forse fa finta di niente chi lo sa. Solo che quei dieci minuti passati insieme grazie ad amici comuni mi hanno aperto un mondo dedicato solo alle prime.
La prima volta a scuola, elementari, medie e superiori: tutte immortalate da una foto davanti al portone di casa. Un must familiare oserei dire, in classe ho pochi ricordi se non un ansia tremenda in quel settembre del 2004 (che cadeva bene o male sempre il giorno del mio compleanno) quando sono entrato nel nuovo mondo liceale, in una classe in cui non conoscevo nessuno, non è stato facile.
Poi il primo lavoro, parcheggiatore a Varazze alla Baia del Corvo, giovanissimo, giusto l’estate dopo l’inizio delle superiori. Non parcheggiavo le macchine sia chiaro, davo il biglietto d’entrata e poi nella bolgia del fine settimana soprattutto indicavo come andavano sistemate. Erano già liti da coltello a 14 anni. Ne ho cambiato tanti mestieri e di first me ne sono capitate tante, come da bagnino in uno stabilimento balneare di Celle, Decathlon, bar, piscina, di nuovo spiaggia e la macelleria.
Ecco, per quest’ultimo lavoro, sicuramente di più lunga durata, 5 anni, mi sono sempre chiesto, con rispetto naturalmente, “Ma chi me l’ha fatto fare?”. La manualità non è mai stato il mio forte e non sono un amante della maleducazione che in quel mestiere dilaga a profusione. Quella “prima” non la ricordo benissimo ma sono sicuro che l’andazzo l’avevo già ben presente fin dall’inizio.
Lo sport, per anni sono andato in piscina ad Arenzano, una passione che mi porto dietro ancora oggi e nel primo saggio ricordo di aver confuso il dorso con lo stile. Na figuraccia pazzesca. A calcio invece ho iniziato tardissimo convinto dagli invasati compagni di classe delle medie, pensare che il giorno stesso dell’allenamento di inizio stagione mi ero ricordato all’ultimo secondo e, fortunatamente avendo il campo sotto casa, mi sono presentato dimenticandomi più della metà della roba, con in dosso pantaloncini e maglietta in pieno anni 90 ereditate da mio fratello.
Concerti, Torino, Ligabue e chi se non mia madre poteva accompagnarmi nel giorno del compleanno? Poi ne sono seguiti altri 15, tutti bellissimi per carità in contesti molto diversi ma quello difficilmente lo scorderò per una miriade di motivi.
La prima volta in vespa invece nel 2010, 19 anni, poco precoce e molto pigro nell’imparare, mi sembrava di volare con un T Max quando in realtà andavo ai 40 all’ora.
Giovedì 17 gennaio 2017, sede del Pd di Savona, l’ormai ex segretario provinciale Fulvio Briano analizzava alcuni dati di un partito in pieno declino. Il mio primo articolo per Savonanews che è incorniciato nel teatro dei sogni della Mansarda insieme a quello di qualche settimana fa nell’esordio sul cartaceo sul Corriere dello Sport.
In quel giorno, la mattina, siamo andati in diretta su Radio Deejay con Linus e Savino, non the first one in quanto con il Cigno a Riccione prima da Rudy Zerbi poi con Ale Cattelan e Federico Russo avevamo fatto sentire la nostra voce in Fm. La radio, che magia, come la prima a Campuswave a Bar Sport, ero stato indecente, timidissimo, ricordo anche l’inizio di Retweet, altra roba, già miglioratissimo.
Proprio con il Cigno ho condiviso la primissima in università, non ci conoscevamo ma avevo già intuito che quel personaggio con pochi capelli sarebbe diventato uno dei più bravi speaker italiani oltre che un grande amico. Mi incazzavo però perché in quell’aula oltre a essere il più vecchio ero già impostato a una vita universitaria cosa che i miei colleghi forse non avevano capito ancora freschi di aria liceale. Il primissimo esame era stata un’odissea, d’accordo via mail con il professore che mi avrebbe aspettato per interrogarmi per ultimo visto il turno al lavoro, si era dimenticato e chiamandolo dalla segreteria l’avevo recuperato dalla fermata della corriera. Dopo un interessante discussione sul mio lavoro e qualche nozione detta a caso sono riuscito a portarmi a casa un insperato 30 e lode. Due giorni fa ho finito, 19, giusto per capire quanta fatica si è fatta in questi 4 anni e mezzo.
Sanremo, il Festival della Canzone Italiana, non posso dirvi tutto, anche se forse nei passati pezzi qualcosa vi avevo anticipato ma è stato tutto magico a partire con l’arrivo nella città dei fiori con il treno con una valigia e una cassa di birra sulla spalla. La sala stampa, lo scoop di Gabbanesca memoria, il Roof con Desso, il balletto proprio con l’eroe di Occidentali’s Karma, le nottate con gli amici. Indimenticabili.
Non abbiamo ancora trattato un tema. E la mia prima volta? Meglio di no va. Quella non me l’ero neanche scelta.
Tutto questo per dirvi che un ritorno al passato può fare solo che bene, nei meandri delle prime che godono sempre di un fascino speciale. Ma che ci aspettano quasi ogni giorno per poterle poi ricordare con il sorriso sulle labbra.
Buona (o quasi) la prima.
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