Giorno 3, che poi è il giorno 2 da quando è iniziato Sanremo, 4 quando scrivo. Insomma in parole spicce continua il racconto del Festival con il mio diario di bordo.
Nek ha acceso il mio pomeriggio sanremese e devo essere sincero che al momento della scelta di chi avrebbe dovuto raccontare la conferenza stampa con Roby avevo optato per gli Ex-Otago rispetto a Neviani. Poi il dietrofront, mi ha sempre incuriosito e non sono rimasto deluso. Racconta l’amore come piace a me, quello vero, senza troppi giri di parole. Non so se vincerà Sanremo ma a sto giro, dopo la beffa del 2015, finirà sopra Il Volo.
Si prosegue nel classico giro della mondanità sanremese immerso nel vippaggio del Morgana, un luogo che non delude mai e che ci mette davanti al sempre plasticato Ronn Moss, idolo delle ultra cinquantenni amanti di Beautiful e di Malena la Pugliese e la sua voglia di threesome con il trio di tenori.
Poi davanti a una pastata ci godiamo il Festival, 12 dei 24 artisti si esibiscono e a risalire nettamente la china dopo la prima serata sono Achille Lauro, Arisa e gli Ex Otago (dalla fascia rossa alla gialla), scendono i Negrita, scala di due fasce Nek, malissimo Einar nuovamente in rossa, stabili in blu Bertè e Silvestri.
Ma a monopolizzare la serata, oltre al bel duo di ritorno dopo gli anni di Zelig Bisio-Hunziker, la prestazione canora divertente di Virginia Raffaele, Cocciante, Baudo e un grande Mengoni, Pio e Amedeo conquistano l’Ariston dando schiaffi a tutti. Dal reddito di cittadinanza alla nipote di Mubarak, dall’ironia su Baglioni al velato passaggio sui migranti. Poi la Lega e il rapporto con i votanti del sud, in passato più che conflittuale. Fanno dire a Baglioni, “Prima gli italiani”. Missione compiuta. Sono una bomba a orologeria e dopo l’incursione in sala stampa dell’anno scorso, il Festival a mio avviso nel prossimo futuro è tutto loro.
Finito il Festival ci dirigiamo come ogni anno a sentire l’umore del pubblico all’uscita del teatro, Baglioni piace, il duo foggiano anche, Lauro è incredibilmente amato. Andiamo al Santa Tecla, gli Ex-Otago ci invitano alla loro esibizione privata, alcuni dei nostri rimangono fuori, o forse no. Trucchi del mestiere.
Per fare entrare gli altri rimango fuori e mi perdo “Questa notte”, nervosismo a fior di pelle ma poi “Quando sono con te” mi fa ritornare gasato come sempre.
Si fanno le 4, le chiacchiere sul tavolo della cucina e una brioches simil al pistacchio, sono sempre speciali. Domani, (cioè oggi) è un altro giorno. Giorno 3 o forse 4 chi lo sa.
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