“E’ una donna fantastica, alle prove mi ha fatto vedere una luce diversa del pezzo, una importanza speciale, lei è l’unica persona che può cantarla, le donne quando fanno le cose le fanno meglio degli uomini”. In conferenza stampa Motta giovedì aveva commentato così la presenza di Nada al suo fianco sul palco dell’Ariston nella serata dei duetti.
Ha avuto ragione lui. Gioco, partita, incontro. Vincono la serata del venerdì, la più bella, grazie a un apporto fondamentale della cantautrice toscana, che ha reso molto forte un brano che aveva bisogno di una scossa.
La serata è speciale: Da un momento all’altro da Cristina D’Avena (con Shade/Carta), ci saremo aspettati “Quattro pinne all’orizzonte”; Fabrizio Moro ha riempito ulteriormente il pezzo di Ultimo con la sua voce graffiante; Neri Marcorè ha donato al brano di Nek una versione interpretata e recitata, molto intensa; Nigiotti continua a far commuovere alzando l’asticella grazie al maestro Paolo Jannacci; Fiorellino con Paola Turci accorcia il gap con il fenomenale fratello; Irene Grandi è una forza della natura, un po’ meno Loredana Bertè; Jack Savoretti, artista pazzesco, nella parte in inglese non riesce a donare una novità nella canzone degli Ex-Otago, meglio con l’italiano alla Stanlio e Olio; Noemi voce pazzesca, ma spunta solo alla fine con l’accompagnamento di un Irama che sembra sempre patire il palco; standing ovation per i Boomdabash che conquistano l’Ariston insieme allo scanzonato Rocco Hunt, tutti in piedi e delirio del pubblico.
I restanti artisti non sono pervenuti ma da segnalare il duo Cirio Ruggeri-Pau, sono troppo abbottonati e solo alla fine il front dei Negrita ha tirato fuori il suo essere animale da palco; Caccamo e Briga sono a disagio, parte la canzone e successivamente dovrebbe entrare Patty Pravo, non arriva, silenzio di 20 secondi e figura di m. in eurovisione; Lauro e Morgan sono imbarazzanti ma nel loro trash riescono a metterci dentro qualcosa di buono, per lo meno una marea di energia.
Ligabue. Cavolo quanto mi ha deluso. Sapete tutti quanto sono stato e sono un suo fans, anche se negli ultimi due anni mi sono un attimo staccato per scoprire nuove realtà musicali italiane. Trashissimo nello show con il chitarrone e l’incoronazione a re. Il singolo nuovo mi sembra un pezzo solo per vendere, su Urlando contro il cielo nulla da eccepire per carità, un must della nostra gioventù. Dio è morto, beh cantata solo da lui sarebbe stato un bell’omaggio per Guccini, ma in duetto con Baglioni, che ormai ci ha abituato a monopolizzare le esibizioni degli ospiti, ha vista rovinata la magia.
Bisio racconta il mestiere del padre e a sorpresa un immenso Anastasio, che come a suo solito scrive un pezzo in dieci giorni, ci lascia tutti a bocca aperta. Questo è un fenomeno, ne sentirete parlare.
Infine un pensiero alla finalissima. Bertè (alla carriera), Ultimo e Silvestri. Premio della critica a Cristicchi. Questa la mia sentenza. Stasera sapremo.
E’ l’ultimo giorno sanremese, la stanchezza si fa sentire, soprattutto mentale. Ma rispetto agli altri anni c’è una persona speciale pronta ad aspettarmi. E come ha detto Motta lei mi ha fatto vedere una luce diversa. Della vita, facendomi vincere il mio Festival tutti i giorni.
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