Quando i gatti neri si scansano

Giusto in questi giorni sono passati tre mesi dall’inizio di questa avventura in casa da solo a Savona. Traumatica.

Non nell’organizzazione di una gestione della casa, quello no, a livello di ordine, cucina e pulizia me la sto cavando tra alti e bassi. La burocrazia, la sistemazione e le spese invece mi stanno dando più di un grattacapo.

Due mesi e mezzo per l’installazione dell’adsl, fondamentale per il mio lavoro. Prima la trafila è iniziata con Fastweb che garantisce la fibra nella zona quando non c’è e poi successivamente dice che è meglio lasciar perdere perchè viaggia massimo a 6 mega. Una tartaruga in poche parole. Disdico e provo con Linkem, un altro mese, viene il tecnico e la connessione non c’è. Opto per la Wind, un tot di giga al mese e incrociamo le dita.

I primi di febbraio di corsa porto la documentazione per il patentino da pubblicista, tempi tecnici per l’acquisizione del materiale fornito e sto aspettando la risposta, si spera, positiva. Ne va del mio futuro e questa attesa mi sta creando non poca ansia. Le spese sono tante e il più delle volte inaspettate.

Il lavoro ultimamente fa incazzare soprattutto quando cerchi di mantenere i rapporti cordiali con tutti e vieni solo preso in giro. Pelo sullo stomaco direbbe mio padre, chissà se prima o poi imparerò.

L’altro giorno una multa inaspettata nella via di casa grazie ad una mia distrazione è costata cara. E’ forse questo uno dei miei tanti limiti, la distrazione, che mi fa creare parecchi danni.

E anche una bella dose di sfiga. Con Luana l’altro giorno dicevamo che i gatti neri quando ci vedono si scansano, per paura a noi non attraversano neanche la strada. Con lei, com’è giusto che succeda in una coppia, condividiamo tutte le sfortune che sembrano capitarci molto frequentemente tra capo e collo da quando ci conosciamo.

Poi domenica scorsa con lei ero in macchina in viaggio per Celle per la classica cena dai miei e ascoltando e emozionandomi sentendo “Nonno Hollywood” di Enrico Nigiotti, mi sono fermato a pensare. Ai veri dolori che ho dovuto affrontare nella mia vita. Alla morte del nonno e della zia, alla perdita, più di una volta, di un lavoro.

L’ho guardata negli occhi e ho pensato che, fanculo a tutte le cazzate di problemi, quando ho il suo l’amore, la mia famiglia e il lavoro più bello del mondo.

 

 

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