Ogni due anni ci ritroviamo di fronte a questa situazione. A questa “Crisi di Governo” che dà sostanzialmente più lavoro a noi giornalisti che sicurezze, nessuna, agli italiani.
Mi sono ritrovato molto spesso a dover pensare a che cosa mi ha dato la politica negli ultimi 14 anni (cioè quelli in cui ho iniziato a interessarmi più da vicino) e in questi giorni invece mi sono soffermato su quello che invece sta dando alle nuove generazioni, ai millennials per intenderci.
Io sono passato da Berlusconi a Prodi, dal bis del numero uno di Forza Italia, passando per Monti e poi al tris del Pd Letta, Renzi e Gentiloni per poi arrivare al duo M5S/Lega. In quel periodo, soprattutto nel contraltare Forza Italia/Pd si parlava essenzialmente di destra vs sinistra ora al momento mi sfugge la deriva.
Populista che si accosta proprio con il termine navale mi sta decisamente stretto ma faccio fatica a trovarne uno più tranchant. Siamo davvero sicuri che il popolo vuole una risposta del genere? Un Ministro degli Interni che fomenta la rabbia, chiude i porti, fregandosene delle persone che rischiano di morire in mare, è il miglior insegnamento a un giovane? Poi, il reddito di cittadinanza voluto dai cinque stelle può ricreare posti di lavoro, partendo dai centri per l’impiego che mestiere difficilmente ne hanno mai fornito? Può forse solo adagiare le persone a campare con quei 600-700 euro.
Non è una critica a quelle due forze di Governo al centro al momento della discussione politica. Ma a un sistema che non funziona più, anche se è un dato di fatto che la Lega dal 17% è passato al 35% (ora in calo), il M5S ha perso consenso e il Pd è odiato da tutti soprattutto sui social.
Proprio quell’odio, fomentato dai rivali, dovrebbe portare i dem a pensarci due volte prima di creare un’alleanza con i pentastellati, ma si sa ci si nasconde dietro al dito “della garanzia di un futuro all’Italia”. Potrebbe durare un amore (come quello del governo gialloverde) impossibile sulla carta e non?
Tanti, troppi interrogativi. E la preoccupazione è che un giovane che si avvicina al voto non sappia veramente cosa decidere.
Le liti che siamo abituati ad ascoltare nelle ultime settimane, non fanno parte di nessun gioco politico, ma probabilmente sono un basso livello di capacità e di conoscenze che mai abbiamo visto in Italia. E riguarda tutti, nessuno escluso.
Se si andrà al voto, come negli ultimi anni, personalmente non saprei a chi affidare questo paese.
Tapparsi il naso non conta più. La puzza è troppo forte.
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