Alla ruota delle nuove generazioni del ciclismo

Bernal, Evenepoel, Van Aert, Van der Poel e Pogacar. 5 nomi che tra gli appassionati di ciclismo si sono succeduti quasi come una cantilena in ogni grande Giro o corsa a tappe. Un colombiano, due belga, un olandese e uno sloveno, il che sembra suonare come una classica barzelletta.

I 5 fenomeni figli della fine degli anni 90 e l’inizio del nuovo millennio (Evenepoel) hanno conquistato tutti con le loro formidabili imprese, difficilmente accostabili a ragazzi così giovani, soprattutto in uno sport che nel passato vedeva esplodere i corridori “finiti” intorno ai 25 anni.

Egan Bernal, 22 anni, è stata la maglia gialla più giovane di sempre, Remco Evenepoel, si è messo già alle spalle diverse volte i giganti al punto di esserlo già diventato lui stesso, vincendo tutto tra gli juniores (mondiale e europeo su strada e a crono) e con i grandi il Giro del Belgio, la Clasica di San Sebastian e la crono agli Europei (secondo al Mondiale). I polivalenti Mathieu Van der Poel (numero uno del ciclocross, argento in linea all’Europeo 2019 e vittoria all’Amstel Gold Race) e Wout Van Aert (anche lui campione ciclocross, maglia a punti del Delfinato, due tappe al Tour 2019) non sono giovanissimi come i primi due, hanno 24 e 25 anni, ma fanno parte a pieno titolo della nuova generazione di fenomeni che vince e diverte.

E chi ha sorpreso nelle battute finali della stagione ciclistica è il 20enne sloveno dell’Uae-Emirates Tadej Pogacar. Professionista da quest’anno, al debutto in un grande giro, si è piazzato al terzo posto alla Vuelta, vincendo sorprendentemente tre tappe, conquistando inoltre la classifica finale della Volta ao Algarve e del Tour della California.

E l’Italia com’è conciata? Non è con la testa incassata nel manubrio, anzi. Giulio Ciccone, 24 anni della Trek Segafredo, nel 2016 a 21 ha vinto la sua prima tappa al Giro d’Italia a Sestola, ma è solo da quest’anno che è realmente esploso conquistando la tappa di alta montagna con partenza da Lovere e arrivo a Ponte di Legno, dopo essere transitato per primo sul Passo del Mortirolo, montagna Pantani. Al termine della corsa rosa si è anche aggiudicato anche la maglia blu di leader della classifica scalatori. L’exploit però lo fa al Tour dove tiene la maglia gialla di leader per due giorni. Il prossimo anno Vincenzo Nibali sarà un suo compagno. Chissà che non gli insegni qualche trucco del mestiere cedendogli il testimone….

Ai Mondiali dello Yorkshire stiamo facendo faville. Quattro nomi: Antonio Tiberi, Filippo Ganna, Alessio Martinelli e Samuele Battistella. Per un quartetto di medaglie da urlo.

Da impazzire è l’oro del 18enne romano di Gavignano nella cronometro juniores dopo una gara che ha avuto dell’incredibile. Poco dopo la partenza ha dovuto cambiare la bici per un problema meccanico ai pedali perdendo circa una trentina di secondi. Dopo aver recuperato 5 corridori partiti prima di lui, nella parte finale della crono Tiberi, partito con il 32 ha atteso i 31 che lo hanno preceduto.

Non è da meno il tre volte campione mondiale dell’inseguimento su pista che si piazza dietro a due mostri come Dennis e del già citato Evenepoel nella crono elite. Ganna sarà uno dei pilastri del nostro quartetto dell’inseguimento, che all’Olimpiade di Tokyo 2020 andrà a caccia di una medaglia.

Dopo l’oro e il bronzo non poteva non arrivare un argento con il 18enne valtellinese Alessio Martinelli che si porta a casa il secondo posto nella prova in linea su strada riservata agli Juniores. Anche stavolta, come era avvenuto nella prova a cronometro degli Juniores, l’inizio di gara non era stato fortunato per l’Italia, a causa della caduta di Andrea Piccolo, una delle punte di diamante dello schieramento azzurro; per il resto, la squadra è sempre stata in gara, tenendo il ritmo degli avversari e mettendo un uomo sempre negli attacchi.

Ieri invece è arrivata un’altra inaspettata medaglia. Inaspettata perchè il ventenne azzurro Samuele Battistella nella gara in linea Under 23 maschile ha conquistato la medaglia d’oro dopo un capovolgimento del risultato al termine della gara. Battistella infatti aveva chiuso la gara al secondo posto dietro all’olandese Nils Eekhoff, medaglia d’oro, e prima dello svizzero Stefan Bissegger. Ma dopo la corsa i dati cronometrici e satellitari del Gps di Eekhoff, considerati anomali per un ciclista (ha percorso circa 500 metri in pianura a 80 km orari) hanno portato la giuria a una decisione clamorosa: squalificare il primo classificato, perchè era stato trainato sull’ammiraglia della Nazionale olandese per recuperare dopo una caduta, con conseguente slittamento in avanti dei “battuti”.

Se vogliamo rimanere nell’elite dei giovani vincenti oggi non possiamo non tifare per la 20enne Letizia Paternoster, la promessa per eccellenza del ciclismo femminile e in odore di medaglia insieme alle sue compagne Bastianelli, Cecchini, Longo Borghini e Guderzo e la 25enne Paladin.

Domani invece va in scena la gara su strada dei big, in rosa non siamo giovanissimi ma i 25enni Gianni Moscon e Alberto Bettiol possono dire la loro. E poi se dovesse vincere Matteo Trentin con i suoi 30 anni checcefrega.

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