Il giro di boa, o meglio, di sardina

Ho detto addio nel 2018 alla mansarda a Celle per chiudere il 2019 con due nottate in un sottotetto a Mantova. Dormite strane, diverse, perchè il mio materasso cellese non è neanche paragonabile alla pietra in simil letto di un fakiro del mantovano. Mal di schiena pauroso e non è, voglio sottolinearlo, la vecchiaia, sia chiaro.

A gennaio 2019 nuovo letto in un altro ultimo piano nella terribile (già sapete) via Turati, che se non fosse che è la mia prima esperienza a vivere da solo, avrei già cercato di rimuoverla dalla mia mente. A novembre arriva la convivenza con Luana e, manco a dirlo, sesto piano (con ascensore però), tetto dritto, niente stile mansarda, ma un atmosfera diversa, con il materasso che però merita sempre un discorso a parte.

Nella foto della best nine (che vedete anche qua come copertina) ho provato a piazzare solo cose belle (che sembra tanto un hashtag da usare proprio su Instagram), non mettendoci immagini che purtroppo siamo stati abituati a vedere e rivedere in questi mesi. Penso ad esempio al crollo del viadotto dell’A6 o ai disastri capitati nella nostra martoriata liguria.

Mi sono emozionato, quello sì, quante volte quest’anno. Professionalmente, per l’arrivo del tanto sognato patentino da giornalista, o giornalisto come dicevo da bambino, la moderazione di un dibattito elettorale, il Festival di Sanremo, speciale come ogni anno e la fresca collaborazione con La Stampa. Ieri raccogliendo tutti i più importanti articoli scritti durante l’anno nella mia zona di lavoro (tutti lo sono, alcuni purtroppo o per fortuna molto di più) mi sono reso conto che sono veramente successe tante cose, sfortunatamente brutte e raccontarle non è stato semplice. Ma è il bello e il brutto di questo lavoro. E in questo momento c’è bisogno che i cittadini siano informati, ora più che mai. Come dico sempre, questa regione ha bisogno di informazione, perchè abbiamo ancora, spero, una grande forza da questo punto di vista.

Ho avuto un momento no, un momento di delusione per il lavoro. Mi mancava qualcosa, mi incazzavo e incazzo spesso perchè vorrei che tutto fosse sempre perfetto. Soprattutto negli ultimi giorni ho avuto questo momento da pollice in giù e sono sicuro che passerà. Infatti mi sembra quasi che la fitta nebbia di Mantova abbia già spazzato quel malumore.

E’ stato un anno di noi. E come ho già fatto in passato, voglio ringraziare Luana che passa sopra alle nottate di allerta, le tragedie da raccontare, la mia testa sulle nuvole, gli sfoghi. Migliorerò, ne può stare certa anche e soprattutto nella convivenza.

In questo anno è arrivato anche il Città di Cogoleto, tante difficoltà che solo con un grande mister, una bella società e un solido gruppo si possono superare. Ritorniamo spalla a spalla ed è quella la vittoria più grande.

Volevo infine salutare i chili presi nel 2019 e dirgli di stare attenti perchè nel 20 la panca per gli addominali, che ora giace con dei vestiti sopra, mi aspetta.

Giungono i 30 e voglio arrivare in forma al giro di boa, senso letterale, facciamo giro di acciuga, o meglio sardina va.

 

 

 

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