Porte aperte, chiuse poi rinvii. Una settimana dopo, a fine campionato. Forse ad agosto nel caso della Coppa Italia.
Partendo dal presupposto che parlare ed essere “preoccupati” per il proseguo del campionato di calcio di Serie A in questo momento di emergenza, è veramente da pazzi, facciamo qualche considerazione.
La settimana scorsa il big match Juventus-Inter sembrava, vista la situazione difficile legata al Coronavirus, dovesse giocarsi a porte chiuse. Poi invece la decisione di rinviare il tutto al 13 maggio portando, forse, chi lo sa, a falsare il campionato. Marotta e Dal Pino (presidente della Lega) si punzecchiano, il primo contesta la partita spostata a metà maggio e il secondo che annuncia che l’Inter aveva rifiutato di giocare il lunedì sera a porte aperte. Sì a porte aperte, perchè l’ordinanza che vietava le manifestazioni sportive in Piemonte si concludeva domenica a mezzanotte e quindi da lunedì tutto sarebbe ritornato alla normalità.
Sarebbe, paradosso. C’è il virus che sta espandendosi in tutte le regioni d’Italia, in Europa, nel mondo e da un giorno all’altro tutto cambia? No, infatti. Quindi mercoledì e giovedì sono in programma Juve-Milan e Inter-Napoli di Coppa che saltano e sono rinviate a data da destinarsi.
Nel mezzo, si decide che il derby d’Italia si giocherà domenica sera 8 marzo, dopo che era stata anche paventata l’idea di giocare lunedì. Senza pubblico com’è giusto che sia. E non mettiamo di mezzo sponsor, ricavi. biglietti.
Già dimenticavo: l’uscita del presidente dell’Inter Zhang che dà del pagliaccio a Dal Pino. Da interista, dico solo una cosa. Mai Moratti si sarebbe permesso di fare un’uscita del genere.
Poi c’è anche un altro aspetto da considerare: cosa ne pensano le cosiddette “piccole” di questa situazione? Anche per loro nel caso potrebbe essere falsata la corsa salvezza e le parole di Liverani e Cellino erano attese. Preziosi se ne sta, si sa i liguri, anche quelli adottati, ci stanno distanti da certe questioni. La Lazio con il presidente Lotito litiga con l’Atalanta per il match da giocare (i biancocelesti potrebbero starsene, visto che sono primi e hanno giocato tutte le partite al momento) e non accetta la richiesta della dea di far disputare il match venerdì 6 marzo visti gli impegni champions. Non se ne fa nulla, la giornata slitta e la partita è in programma il 15 marzo.
Tanta, troppa confusione. Ma in fondo mi direte, soprattutto a chi del calcio non frega una cippa, chissenefrega. Vero e sono assolutamente d’accordo. Anche perchè questa confusione si riflette poi nelle decisioni prese da Roma. Non ultima quella di ieri dal premier Conte che da tutta la Lombardia, le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola, non si entra e non si esce. Una scelta storica che ci deve far preoccupare. Anche se il blackout è dietro l’angolo, già prima che esca il documento del Consiglio dei Ministri. Spunta la bozza, i giornali sbagliando o forse no, la pubblicano ed è caos più totale tra gente che scappa in treno e in auto. Quella bozza non doveva uscire da Roma, così come quella, vi faccio il mio esempio ligure perchè mi è più facile, della prima ordinanza della regione Liguria in merito a chiusure scuole, manifestazioni ecc ecc.
Mi viene da dire, quindi che sia tutto normale, se sbaglia pure il Governo. Invece no. Loro non devono sbagliare, però il concetto di giocare sì o giocare no, a porte chiuse o aperte non fa nessuna differenza. L’importante che si capisca che tutto questo non è un gioco.
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