Vi ricordate quando a marzo si discuteva se sarebbe giusto o no continuare a giocare? Ecco, in quel periodo a tenere banco era Juventus-Inter e le due società si litigavano sulla data del derby d’Italia e se giocare a porte chiuse o aperte. Il match venne giocato l’8 marzo e poi stop per il calcio, stop totale, quarantena e tanti saluti fino al 20 giugno con un preciso protocollo per le squadre da seguire scrupolosamente.
La Serie A si conclude con nessun particolare intoppo e a settembre riparte già una nuova stagione con la speranza, visti anche i positivi riscontri, che il Coronavirus stia piano piano mollando la presa.
Così non è. Diverse società annunciano le positività dei propri calciatori in arrivo dalle ferie (vedi Petagna). Per il momento però furono considerati solo casi sporadici.
Parte il campionato e arriva il cluster (come ci piace questo termine a noi giornalisti) legato al Genoa. Prima della partita contro il Napoli viene annunciata la positività di Perin che viene messo in isolamento. Viene giocata la partita (nel frattempo qualche ora prima anche Schone risulta positivo) stravinta 6-0 dagli azzurri e il lunedì dopo nel grifone il Coronavirus dilaga dopo i tamponi con altri 8 calciatori positivi più 4 membri dello staff.
E il Napoli? Il primo esito dei tamponi fa ben sperare ma nel secondo viene fermato Zielinski. Successivamente anche Elmas. Intanto nel Genoa salgono a 19 (più 4 calciatori e un dirigente).
E’ caos. Si avvicina Juventus-Napoli e iniziano a rimbalzare le voci di un possibile rinvio. I bianconeri non ci stanno e con un post sui social annunciano che scenderanno in campo alle 20.45 questa sera allo Stadium (ribadito poi in mattinata, poco tatto, poco stile Juve).
Nel frattempo l’Asl aveva messo in isolamento tutti i componenti della squadra e dello staff. De Laurentiis non può che attenersi alla restrizione e in molti iniziano a dire che decide di non far salire la squadra a Torino perché a Gattuso mancano due giocatori importanti a centrocampo. In teoria la disposizione Asl potrebbe essere superabile visto che si tratta di soli due calciatori positivi, per quello la Juve si impunta. Non si considera però il fatto che il virus continua a circolare e i “falsi” negativi potrebbero essere smentiti già 24 ore dopo con nuovi tamponi
Insomma un’altra telenovela. La Serie A al momento non ha rinviato la gara e i partenopei rischiano quindi il 3-0 a tavolino. Decisione che il Napoli potrebbe impugnare visto lo stop arrivato dall’autorità sanitaria. La trasferta, se si giocasse, infatti sarebbe la perfetta replica di Napoli-Genova, con i rossoblu che avevano lasciato due positivi a casa ma poi il focolaio esploso nei giorni dopo la partita aveva innescato i contagi nel Napoli.
Si parla già di falla nel sistema e di un campionato che andando avanti così rischia di essere falsato. Due le falle nel sistema riscontrate: i tamponi effettuati solo 48 ore prima della partita non sembrano sufficienti a coprire i periodi finestra; la vita sociale dei calciatori fuori dalla comunità controllata della squadra, con contagi sempre in agguato.
Ci vorrebbe forse, una «bolla» chiusa stile Nba. Cosa altamente improbabile da proporre in Italia.
Intanto già da questo weekend, parlo della Liguria, iniziano i campionati dilettanti. In quel caso, senza tamponi e regole ferree cosa potrà succedere? Certo, lo stop ai campionati avverrebbe più a cuor leggero (problemi di sopravvivenza per le società ci saranno sicuramente) ma potrebbe scoppiare un problema sanitario generale mica da sottovalutare.
Purtroppo non si parlerebbe solo di calcio in quel caso.
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