Sarò sincero che da quando seguo il calcio la Nazionale italiana è per me stata sempre motivo di convivialità e orgoglio sia nella gioia che nei dolori delle diverse eliminazioni.
E i ricordi più nitidi li ho diciamo dal 2000 in poi. Dal super Toldo nella partita contro l’Olanda al golden gol di Trezeguet passando poi per il super Bobo Vieri il più forte centravanti di quell’anno (24 gol su 24 in campionato e 4 su 4 ai Mondiali 2002) a Byron Moreno e quel dito puntato di Di Livio post espulsione inesistente di Totti. Andando avanti con il 2004 e quel biscotto terribile in Danimarca-Svezia che ci ha fatti fuori (grandi le nostre colpe) volando due anni dopo a quel sogno inatteso che si chiama Mondiale. 15 anni fa, 16 anni io, come dimenticarlo. Altro gruppo da 10. Nel 2008 ai quarti ci fa fuori ai rigori una Spagna che da lì costruirà i suoi successi, il biennio dopo è crollo totale con una figura che definire barbina in Sudafrica è farle un complimento. Due pareggi con Paraguay e Nuova Zelanda e sconfitta con la Slovacchia.
Il 2012 è nuova rinascita ma in finale a Kiev, dopo aver schiantato la Germania con un super Balotelli (mai esploso realmente, anzi) crolliamo di nuovo con gli iberici per 4-0. In Brasile nel 2014 è solo passerella per 3 partite e ce ne torniamo in Italia pure morsicati ad una spalla. Siamo al 2016 e con una squadra probabilmente più “scarsa” di sempre ci giochiamo fino ai rigori la semifinale con la Germania campione del mondo in carica.
Del 2018 già vi ho detto e non è necessario marcare la mano. Un aspetto da sottolineare di questi 18 anni o meglio di praticamente quasi tutta la storia azzurra, è che abbiamo sempre giocato male, difesa e contropiede, prima non buscarle e poi si vedrà. Con Trapattoni, maestro di calcio, sia nel 2002 che nel 2004 non abbiamo per niente brillato per bellezza. E anche nello stesso 2006 il pallone d’oro lo ha vinto Cannavaro e il miglior giocatore Buffon. Se un indizio non fa una prova poco, ci manca. Stessa roba con Zoff, Lippi, Donadoni, Prandelli e Conte.
Invece questa Italia ragazzi si diverte e ci fa divertire. Poche balle. Da quando è arrivato Mancini, oltre ad essere stati particolarmente valorizzati i pochi giovani che i club riescono a tirare fuori, è stato sempre un crescendo di qualità tecnica. Molti dicono: “grazie, sia nelle amichevoli che nelle qualificazioni, così come nelle prime partite di questo Europeo, abbiamo sempre giocato contro nessuno”. Può anche essere vero, però se vi ricordate negli anni passati abbiamo sempre fatto fatica anche contro le piccole vincendo sempre di misura e mai con goleade.
E aspetto fondamentale, ha creato un vero gruppo di amici. Il gruppo. Già, quante volte su questo blog ve ne ho parlato. E’ il principio cardine per fare bene, poco da dire. La corsa per il compagno, il sacrificio, il divertimento, la voglia di stare insieme.
La corsa di un Gianluca Vialli che sta lottando da tempo con il coltello tra i denti con un ospite indesiderato, ad abbracciare l’amico Roberto dopo il gol di Chiesa in una partita rognosa contro l’Austria è l’apoteosi di quello che vi dicevo prima. Così come il silenzio di tomba nello spogliatoio nonostante una vittoria esaltante contro Lukaku e co e i cori sul pullman per il miglior terzino sinistro dell’Europeo, quel Leonardo Spinazzola che ha dovuto ammainare bandiera bianca dopo la rottura del tendine d’achille.
Avevamo bisogno di tutto questo. Di stare incollati davanti alla televisione, sospirare, gioire, strabuzzare gli occhi per il bel gioco e stringerci forte per un gol. In questo anno e mezzo più che complicato vedere quei ragazzi giocare e stare insieme è la miglior cosa che ci potesse capitare.
Fa niente se anche nella bellezza più totale la polemica sul mancato inginocchiamento (a parte con il Belgio) prima del calcio d’inizio ha tenuto banco per qualche giorno. Immagino che nessuno dei 26 azzurri, più lo staff e la Federazione siano razzisti. Non strumentalizziamo. Come dicevo qualche giorno fa non è che con un gesto, seppur significativo, quella piaga sparirà. Anzi, ci vorranno atti concreti e un cambio di mentalità totale.
Qualsiasi cosa succederà domani sera andrà bene. Bisogna ringraziare gli Azzurri, sono la nostra grande bellezza, un’ancora di salvezza di cui avevamo bisogno.
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