C’erano due spagnoli, un tedesco ed un olandese. Così si potrebbe racchiudere la tappa vulcanica del Giro d’Italia di ieri che come ci si aspettava, ha dato i suoi primi segnali.
Partiamo dall’olandese e da uno dei due spagnoli. Le delusioni: Tom Dumoulin crolla all’inizio della ascesa dell'”Idda” e prende 7 minuti dai migliori. Inaspettato e clamoroso se si pensa che il capitano della Jumbo nonostante la pausa di 5 mesi nel 2021 che si era autoimposto, aveva dato segnali importanti con l’argento a cronometro alle Olimpiadi ed era partito bene anche nella corsa contro il tempo della seconda tappa.
Non ha più chiaramente il passo del tempo, ma una disfatta così è veramente inaspettata. Soffrire i primi scatti in salita della Ineos mi è sembrata una roba da principiante. La squadra ha iniziato a riporre le speranze nel 24enne compagno Tobias Foss, ma anche lui in crisi ha perso più di due minuti dai big. Nel suo caso, invece, sta pagando, oltre alla giovane età, anche il fatto di aver corso poco in questi ultimi mesi.
La notizia che ha chiaramente suscitato più clamore è l’addio al Giro del capitano dell’Astana Miguel Angel Lopez. Aveva già problemi pre inizio corsa, ha stretto i denti, ma niente. Galloni da numero uno a Nibali che non vedeva l’ora. Su di lui ci torniamo dopo.
La corsa. La fuga, che sono sincero ho sottovalutato come ipotesi alla vigilia, ha preso il sopravvento. Bene Oldani della Alpecin che sognava di succedere al compagno Van der Poel indossando la maglia rosa. Non ce l’ha fatta, ed è stato un finale all’insegna del volemose bene tra lo spagnolo (ecco l’altro) Juan Pedro Lopez e il tedesco che tanto aveva fatto già bene nella prima crono, Lennard Kamna.
Questo Lopez (lui sì che rispetto a M.A. Lopez può sorridere) ha delle qualità importanti in salita ed una Trek che ha visto Mollema sciogliersi come neve al sole (Ciccone è stato a ruota dei primi della classe), può leccarsi le dita. E’ la seconda maglia rosa di questo Giro 2022 e alla fine, tra le colate e un pensiero stupendo, il più bello per la carriera di un corridore, nella volatona finale per la vittoria, ha praticamente lasciato (visto le qualità del suo avversario avrebbe perso lo stesso) la tappa a Kamna che lo meritava ampiamente visto anche il buon inizio di stagione.
Gli altri. Il nostro sistema ciclistico italiano soffre e non lo scopriamo oggi. Nibali, ahinoi, non è più competitivo e Ciccone forse non lo è stato mai a grandi livelli. Pozzovivo ha 39 anni. E’ già uno zero assoluto per il ciclismo del nostro paese. E quando lo diceva Cassani non volevamo credergli. Non riesco neanche ad immaginarmi una vittoria di tappa quest’anno. Non saprei su chi puntare, se non un exploit alla Fortunato dell’anno scorso.
Carapaz ha gestito la corsa con la squadra e Yates, Bilbao/Landa, Bardet, Almeida, Valverde, Arensman, Carthy e Kelderman sono stati a ruota senza perdere secondi.
Passiamo ad oggi. Catania-Messina. Sicilia a 360 gradi, che meraviglia. Sulla carta si preannuncia un finale per velocisti ma non è da sottovalutare, a metà percorso, la salita pedalabile di Portella Mandrazzi. Pendenze attorno al 4% medio e dopo una lunghissima discesa si arriva alla costa nord dell’Isola. Gli ultimi 70 km si snodano tutti su una strada costiera abbastanza ampia e pianeggiante, con pochi centri abitati e con poche variazioni di direzione. A circa 4 km dall’arrivo la corsa lascia la Statale per entrare con un breve strappo dentro l’abitato di Messina. Si percorrono quindi ampi viali cittadini per la prima parte in discesa per poi risalire fino ai 1500 m. Breve discesa e a 800 m dall’arrivo l’ultima curva.
Non è una chimera il fatto che possa arrivare una fuga o che qualche velocista rimanga attardato. Comunque sia saranno strade tutte da vedere e apprezzare. Zona, quella di oggi, veramente affascinante.
PRONOSTICO SULLA TOP TEN ( non tenendo conto dell’arrivo di una fuga):
1 Girmay (Wanty)
2 Cavendish (Quick Step)
3 Ewan (Lotto)
4 Gaviria (UAE)
5 Nizzolo (Israel)
6 Demare (FDJ)
7 Bauhaus (Bahrain)
8 Consonni/Cimolai (Cofidis)
9 Dainese/Boll (Dsm)
10 Albanese (Eolo)
Foto: Lapresse
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