BuonGiro. W la fuga con De Gendt. Arriva la prova del 9

In fuga bisogna saperci andare. E’ uno stile di corsa, di vita. Bisogna saper usare la testa e non bastano solo le qualità. Per questo ieri ha vinto lo specialista Thomas De Gendt. Saper approfittare della disattenzione al momento giusto e studiare bene anche i percorsi.

Mathieu Van der Poel invece è troppo un istintivo, si sente bene e va senza risparmiarsi. E’ il suo unico limite che infatti lo ha visto farsi beffare ai -40 km (insieme a chi ha cercato di limitarlo, da Girmay a Poels) dall’accoppiata della Lotto, da Arcas della Movistar e dal nostro Davide Gabburo della Bardiani. Da segnare con il cerchiolino rosso nonostante non sia più giovanissimo.

Il Barbone re di Napoli (invece che Borbone, riferimento storico. non fa ridere lo so), terzo persino al Giro 2012, ancora una volta ha dimostrato a 36 anni di poterli mettere ancora tutti in fila.

Un altro che ci ha abituato ad azioni clamorose è il ciclista-filosofo Guillaume Martin. Il francese della Cofidis ieri è entrato nel fugone con 4 minuti di ritardo dalla maglia rosa ed ad un certo punto era anche il nuovo virtuale leader della corsa. Poi vuoi, aver perso il treno del gruppetto dei 4 che sono arrivati prima al traguardo, vuoi che il gruppo ha recuperato un pochino, non ha potuto accarezzare il sogno, ma, come l’anno scorso al Tour dove aveva acciuffato la fuga giusta, è rientrato prepotentemente in corsa con il quarto posto nella generale.

Il gruppo maglia rosa lo ha sottovalutato. Sarà un brutto cliente anche se la sua pecca è la squadra (Cimolai, Consonni e Vilella bei corridori, ma sulle salitone lo lasceranno da solo). Kamna al secondo posto nella generale ha provato a punzecchiare Lopez con due scatti ma il leader della corsa ha risposto agli attacchi senza difficoltà.

Oggi però arriva la corsa delle corse e difficilmente, almeno che i compagni della Trek Ciccone (capitano) e Mollema, non si mettano a sua disposizione, perderà la maglia.

Il Blockhaus. Fa paura solo a pronunciarlo. I big si muoveranno ne sono certo. Salita, salita e ancora salita appenninica.

Partenza sul Valico del Macerone con la successiva impegnativa salita di Rionero Sannitico, si sale poi fino a Roccaraso seguita poi da un lungo tratto ondulato a scendere che dopo circa 90 km porta all’inizio della prima ascesa a Passo Lanciano (versante di Pretoro). La discesa è impegnativa e dovranno uscire tutte le qualità degli specialisti. Raggiunta Scafa la strada ricomincia a salire e dopo Roccamorice parte la salita finale di 13 km su una strada stretta con numerosi tornanti.
 Per quasi 10 km la pendenza si mantiene sopra il 9% con punte fino al 14%. Brevissima contropendenza ai 500 m dall’arrivo. Rettilineo finale in salita attorno all’8%.

Insomma da fare tutti d’un fiato e chi crolla oggi rischia di giocarsi il Giro.

PRONOSTICO TOP THREE (top ten non me la sento):

1 Yates (BikeExChange)

2 Landa (Bahrain)

3 Carapaz (Ineos)

BuonGiro.

Foto: Lapresse

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