Che bella la Danimarca ragazzi. Che passione, che gioia per il ciclismo. Rispetto al passaggio ungherese del Giro di quest’anno ho notato molta più voglia di due ruote, con un entusiasmo alle stelle.
Il giorno di riposo per il trasferimento mette un po’ di tristezza perché avremo voluto goderci ulteriori scenari affascinanti della terra danese. Comunque sia qualche corridore forse con l’aria transalpina potrà ritrovarsi, soprattutto quel Damiano Caruso che perso qualche secondo nella terza tappa, preso dallo sconforto (o forse no) ha già dichiarato che non è alla Gran Boucle per la generale.
La terza tappa aveva visto beffato nuovamente Van Aert da Groenewegen al fotofinish con Jacobsen che non era riuscito a riconfermarsi. Magnus Cort Nielsen, del resto danese, è la nota lieta della tre giorni, il Tour per ora è ai suoi piedi e siamo sicuri che con quella maglia a pois ci ha pure dormito.
Si arriva in Francia. La partenza è a Dunkerque, “famosa” per la battaglia del maggio/giugno del 1940, arrivo a Calais, patria del celebre porto. Le insidie non mancano con qualche salitelle comunque non impegnativa. Sei sono le côtes da affrontare lungo il percorso. Superati i primi 30 km il gruppo dovrò affrontare la Côte de Cassel (1,7 km al 4,2%), a cui faranno seguito il traguardo volante di Lumbres (km 63,2) e la Côte de Remilly-Wirquin (1,1 km al 6,8%). Dopo la metà della tappa ecco la Côte de Nielles-lès-Bléquin (1,1 km al 7,7%), la Côte de Harlettes (1,3 km al 6%) e la Côte du Ventus (1,1 km al 4,8%). L’ultimo strappo di giornata è posto a 11 km dal traguardo, trattasi della Côte du Cap Blanc-Nez (900 metri al 7,5%). Gli ultimi 20 km saranno interamente sulla costa nord della Francia, con il vento che potrebbe fare da padrone.
Favoriti? Dico tre nomi. Van der Poel, Van Aert e Matthews.
Banale? Abbastanza.
Foto: Eurosport
Rispondi