Sapevamo che avrebbe creato scompiglio e così è stato. Tra cadute, forature e fiammate che fanno male, il pavè ha fatto le prime vittime. Una su tutte il capitano della Jumbo Primoz Roglic, caduto, insieme al cocapitano della Bahrain Jack Haig, a causa di un ostacolo toccato da una moto e spostato in mezzo alla carreggiata. Ancora una volta un problema legato alla sicurezza e il campione sloveno che sempre di più diventa l’imperatore della sfiga con una frattura alla spalla che lo farà abbandonare la Gran Boucle.
E’ stata comunque una tappa bellissima, entusiasmante, con il solito Pogacar, mai in difficoltà, in fuga finale con Stuyven, che ha già messo un buon punto esclamativo dopo 5 giorni di gara.
Un plauso va ai cinque fughisti con Magnus Cort in maglia a pois ormai habitué totale (quinto al traguardo), Edvald Boasson Hagen, Taco Van der Hoorn, Neilson Powless e Simon Clarke che in un finale da tutti piantati fa sua la corsa.
Proprio Powless della EF ha messo paura per la classifica a Van Aert caduto nel primo settore del pavé e che ha dato vita ad un inseguimento totale e a uno show, molto confuso della Jumbo. Successivamente aveva bucato anche il secondo nome di punta della squadra, quel Vingegaard che dopo ieri ha capito che non può affidarsi ad una bici più grande di lui. Dopo un cambio in corsa di due mezzi, l’ammiraglia ha risolto il problema (la mattina forse qualcosa hanno sbagliato) ed è partita la rincorsa grazie alla maglia gialla che ha salvato il suo cocapitano e la sua maglia per un soffio. Non Roglic però, nonostante l’aiuto di altri compagni. I minuti al traguardo di distacco da Tadej erano 2.17. Troppi.
Chi ha deluso su tutti è Mathieu Van der Poel, in sordina i primi giorni di corsa si aspettava un segnale. Invece…. Non sta bene, lo show al Giro lo sta pagando con gli interessi. Qualcosa però farà di qui alla fine.
Bene Quintana, i big della Ineos e della Bora e soprattutto Cattaneo e Caruso che si riprende dopo i secondi persi a crono e nella terza tappa. Sorprendono Mozzato e Dainese, decimo e undicesimo, bravi ragazzi.
Oggi. Binche-Longwy. I cacciatori di tappe iniziano a leccarsi i baffi ma le insidie ai meno 15 non mancano.
Spazio alla prima vera salita dopo 70 km mossi, la Cote de Mazures ( 2 km al 7.6%), successivamente una quarantina di km pressoché pianeggianti, con il traguardo volante di Carignan e gli ultimi 60 km nuovamente parecchio mossi. In rapida successione negli ultimi 15 km ci saranno la Cote de Montigny-sur-Chiers (1600 metri al 4.4%) e la Cote de Pulventeux (800 m al 12.3%) ai -5 dal traguardo. A chiudere la giornata, la salita non classificata della Cote des Religiuses (1.6 al 5.8%) dove è presente il traguardo.
Chi se la porta a casa? Sagan l’ha già vinta ma bisogna vedere come sta dopo la caduta. Vedo bene Matthews, ancora Cort Nielsen e chissà magari Van der Hoorn ci riprova. Attenzione anche a Politt e i soliti Van Aert e Van der Poel. Bettiol potrebbe averla segnata con il circolino rosso, dopo il mezzo flop di ieri.
Rispondi