Anche la Ineos batte un colpo. Non con i più quotati Thomas e Yates che comunque tengono il ritmo dei primi della classe, ma con quel Pidcock che sta dimostrando, ancora una volta, di essere un corridore interessante.
È un ciclista che fa più che bene nelle classiche e sulle salite ma se vinci sull’Alpe d’Huez vuol dire che a quasi 23 anni fra un biennio puoi provare a giocarti una top ten in una grande corsa a tappe o perlomeno quelle corse da una-due settimane.
Ieri abbiamo rivisto in grande spolvero anche Chris Froome e che piacere ammirarlo di nuovo tra i primi a lottare in fuga sulla salita principe del Tour de France.
Bene anche Mentjes, ricordato in questo Tour per aver spinto a piedi la bici al traguardo a causa di un problema meccanico e Powless della EF, nota lieta delle prime due settimane della Gran Boucle. Peccato per Ciccone, ci riproverà.
Pogacar è vivo e nonostante sia stato supportato solo da Soler e McNulty, ha retto contro la corazzata Jumbo che tiene al riparo il leader Vingegaard praticamente con 7 uomini.
Ci aspettavamo un segnale da Tadej dopo il crollo del Galibier e così è stato. Scatti e controscatti per provare a sfiancare il danese che però ha mantenuto la mezza ruota senza faticare. Bello anche il sorriso tra i due a qualche km dall’arrivo. C’è grande stima, aspetto importante.
Bourg d’Oisans- Saint Etienne, oggi si rifiata. Saranno presenti 3 facili Gpm facili con un’altimetria blanda e la possibilità che arrivi la fuga molto alta anche se viste le fatiche degli ultimi giorni i velocisti (sono rimasti praticamente tutti in corsa), vorranno approfittarne facendo lavorare i treni.
Cote de Brie dopo circa 30 km, poi la salita più dura di giornata, Cote de Parmenie, 5.1 chilometri al 6.6% presente a 120 km dal traguardo. Fase centrale di tappa con terreno vallonato fino alla Cote Saint Romain En Gal, lunga 6.6 km al 4.5%. In vetta mancheranno più di 40 chilometri al traguardo. Ultimi km vallonati, con tratti in leggera salita.
Favoriti quindi i velocisti? Van Aert, Philipsen, Jacobsen, Ewan, Matthews, Sagan, Pedersen. È arrivato anche il momento di una gioia italiana: Dainese e Mozzato fateci sognare.
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