Ci avevamo creduto. Eravamo in piedi sul divano, già sudati (con sto caldo, figuriamoci) e lo spingevamo spingendogli anche i pedali.
Purtroppo è andata male, ma che bravo Alberto Bettiol, la meritava con tutto il cuore la tappa di ieri. Ma a spuntarla a Mende è stato Michael Matthews, che da velocista/passista è sembrato uno scalatore semi puro e dopo aver partecipato ad una discreta fuga, aveva lasciato il gruppone che ne era composto insieme a due più specialisti di lui come Grosschartner e Luis Leon Sanchez. Niente però, doveva essere il suo giorno, dopo tanti tantissimi secondi e terzi posti negli ultimi anni. Chapeau.
All’inizio della corsa l’attacco di Pogacar aveva creato scalpore ancora una volta nel gruppo e dopo qualche rappresaglia la situazione è tornata alla normalità con la partenza della fuga. Il finale per i big ha visto il classico dualismo tra lo sloveno e il danese in giallo Vingegaard. Gaudu il primo degli umani, subito dietro Thomas, Quintana e Yates. Vlasov, Bardet e Mas leggermente attardati. Si inserisce in top ten un gran Mentjes che, scappato nel fugone, ha recuperato ben 6 posizioni.
Oggi tappa lunghissima, 202.5 km Rodez-Carcasonne, l’ultima della seconda settimana prima del giorno di riposo. Le salite classificate come GPM saranno solo due e non molto dure, ma i tratti di pianura sono veramente pochi. Un continuo saliscendi che parte sin dal km 0 e che non lascerà mai tregua fino al traguardo.
Potrebbe essere un’ulteriore occasione per i fughisti, difficilmente per i velocisti che sono sembrati particolarmente in difficoltà negli ultimi giorni.
Vedo bene di nuovo Matthews e Mads Pedersen oltre a Stuyvnen, Sagan e chiaramente Van Aert. Magnus Cort Nielsen, grandissimo protagonista di questa Gran Boucle invece si è ritirato come Roglic. Peccato.
Foto: Staff Press
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