BuonGiro. Nibali saluta. Un nuovo Squalo adda venì

“E’ bollito”. “Era l’ora, non ce la faceva più”. “Ce ne ha messo di tempo”.

Questi sono alcuni dei commenti che sto sentendo nelle ultime ore. Una minoranza. Vincenzo Nibali ieri alla fine della tappa nella sua Messina ha annunciato che sarà il suo ultimo Giro d’Italia e si ritirerà a fine stagione.

Si chiude un’era. Il più forte ciclista italiano degli ultimi 15 anni lascia le corse e ci lascia così un vuoto cosmico difficile da riempire nel sistema nell’immediato. Ci ha tenuto a galla con la sue imprese non solo nelle grandi corse a tappe, due Giri vinti, un Tour e una Vuelta, ma anche lasciandoci a bocca aperta con una vittoria alla Milano-Sanremo che per uno con le sue caratteristiche ha avuto il sapore dell’impresa, ma anche con le sconfitte. Sì, perché lo Squalo delusioni ne ha avute tante, ma sempre a testa alta. La Nazionale e le Olimpiadi il suo tarlo. C’era arrivato vicinissimo a Rio nel 2016 con quella caduta in discesa che aveva fatto svanire il sogno a 5 cerchi. Frattura della clavicola in quel caso, poi il polso rotto a meno di due mesi dal Giro. Recupero record, lo corre, non brilla, ma arriva alla fine. Non ha mai mollato, mai nella sua carriera.

Se ci guardiamo dietro però il ciclismo italiano al momento non offre nessun futuro Nibali, che mi direte, ne devono passare anni per ritrovare un corridore così, completo soprattutto. Non me ne vogliano ma Ciccone non è all’altezza, Caruso va per i 35 e la sua carriera da ciclista più che gregario l’ha fatta, toccando l’apice con una corsa rosa strepitosa l’anno scorso, Formolo non ha rispettato le aspettative e sta andando verso il gregariato e il specializzarsi nelle gare di un giorno, Fortunato è ancora acerbissimo.

L’addio di Nibali ci lascia veramente più soli e forse speravamo che quel momento non sarebbe mai arrivato. Dovremo ora certamente ripartire rivoluzionando tutto il sistema e facendo riinnamorare i giovani delle due ruote.

Parliamo di Giro ora. Come dicevo ieri, la salita di Portella Mandrazzi ha fatto selezione e mandato in crisi alcuni velocisti con Ewan e Cavendish a pagarne le conseguenze, così come Demare che però è riuscito a rientrare e nella volatona finale ha battuto tutti allo sprint. Il premio del più tenace per ora in questa corsa rosa è assolutamente suo e della sua FDJ che lo ha aiutato a ritornare nella pancia del gruppo. Gaviria, secondo, recrimina per un problema meccanico alla bici. Bene gli italiani piazzati, finalmente, con Nizzolo, Ballerini (ha fatto la volata al posto del capitano Cavendish), Dainese e Consonni decimo. Girmay ha pagato un po’ di inesperienza facendosi chiudere tra le transenne.

Oggi, tappa 6, Palmi-Scalea, si vola in Calabria, altra occasione per i velocisti. Non particolarmente impegnativa, unica leggera asperità di giornata la lunga e blanda salita dopo Mileto fino all’Aeroporto Razza di Vibo Valentia. Ultimi km a Scalea dove si supera l’ultima rotatoria a 3 km dall’arrivo e si prosegue su strade molto larghe, ben pavimentate e rettilinee.

PRONOSTICO TOP TEN:

1 Cavendish (Quick Step)

2 Girmay (Wanty)

3 Ewan (Lotto)

4 Gaviria (UAE)

5 Demare (FDJ)

6 Nizzolo (Israel)

7 Bauhaus (Bahrain)

8 Consonni (Cofidis)

9 Albanese (Eolo)

10 Dainese/Boll (DSM)

BuonGiro

Foto: Sanremonews

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