Bonjour Tour de France. Questo il titolo della rubrica che vi accompagnerà nella tre settimane della Grande Boucle di ciclismo. Dopo il buon riscontro avuto con il BuonGiro ho pensato di cimentarmi e immergermi nel racconto della corsa francese. Non aspettatevi precisione sulle tappe come per il Giro ma invasatezza quella sì, certo.
L’apertura con la ridottissima crono di Copenhagen è un inno alla gioia. Sotto quella pioggia battente vedere così tanta gente è spettacolare, nonostante il Covid non stia rallentando la sua corsa, anzi. E proprio il Tour ne ha pagato le conseguenze, viste le molteplici defezioni, Trentin su tutti. Spiccano inoltre le assenze di Cavendish e Alaphilippe.
Nel mezzo del diluvio sono partiti tutti i favoriti della corsa e prima Van der Poel, poi l’accoppiata Roglic (leggermente peggio rispetto agli altri)/ Vingegaard e successivamente Ganna e gli strepitosi Van Aert e Pogacar nel lasso di un minuto e mezzo hanno schiantato i tempi e pensavano che la partita fosse chiusa.
Poi la pioggia ha dato una tregua e sono partiti tutti gli altri corridori. Lampaert della Quick Step, specialista ma con numeri non troppo eclatanti negli ultimi 4 anni, ha fatto l’impresa della carriera, portandosi a casa la prima maglia gialla. Le lacrime lo stanno a testimoniare, è stato immenso.
Da lì alla fine, nessun colpo di scena anche se c’è chi sperava in un colpo gobbo di Bettiol.
Oggi sempre terra danese, con un percorso apparentemente semplice, con 3 GPM nella fase centrale ma senza alcuna reale difficoltà altimetrica lungo i 202,2 km. E’ il finale, la maggior insidia: i 18 km del ponte di Storebaelt rischiano di scombinare i piani a causa del forte vento e solo chi avrà evitato i ventagli potrà sperare negli ultimi 3 km e mezzo.
Favoriti? Al Tour è sempre più difficile esprimersi ma a parte i velocisti che riusciranno a tenere duro (Kristoff, Matthews e Sagan li vedo bene), i soliti Van der Poel, Van Aert e Mads Pedersen sono i favoriti, poco più indietro Magnus Cort Nielsen (ce l’ho al fantaciclismo, via la superstizione).
E’ iniziato il Tour, un mese di luglio infuocato.
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