BuonGiro. Hindley è il re e Sobrero vola. I promossi e bocciati del Giro 2022

Jai Hindley ha conquistato l’edizione 105 del Giro d’Italia. L’australiano del team BORA-Hansgrohe, partito in maglia rosa con un vantaggio di 1’25” su Richard Carapaz e 1’51” su Mikel Landa, ha chiuso la crono di Verona in 15esima posizione ponendo il sigillo sulla Corsa Rosa. Carapaz e Landa hanno completato il podio rispettivamente a 1’18” e 3’24”.

Una corsa contro il tempo che ancora una volta ha fatto notare quanto il livello di forza tra Hindley e Carapaz sia pressochè identico. La crono l’hanno fatta praticamente quasi allo stesso tempo, con l’ecuadoriano che ha recuperato solo 7 secondi. Se non fosse crollato il giorno prima, avremo vissuto una ultima tappa da batticuore. Ma con i se e i ma…..anche se Almeida non avesse contratto il Covid, chissà cosa sarebbe successo a Verona.

Città nel quale però a trionfare è un Matteo Sobrero epico. E’ letteralmente volato il cognato di Ganna (fidanzato con la sorella dell’uomo velocità per eccellenza) e se pensiamo a quando in crono eravamo piantati….Ora siamo i più veloci in assoluto e lo dimostrano i numeri: il ciclista della Bike Exchange ha conquistato il sesto successo italiano nelle ultime settime cronometro del Giro dopo le cinque di Top Ganna nel 2020 e nel 2021.

Il Giro 2022 va quindi in soffitta e il racconto di queste 3 settimane oltre a farmi trovare una via diversa per questo mio diario, mi ha dato la possibilità di esprimere tutta la passione per questo meraviglioso sport. Lo riproporrò per altre corse a tappe. Ora però tocca dare i voti.

ECCO I PROMOSSI E I BOCCIATI DELL’EDIZIONE 105 DEL GIRO D’ITALIA:

Hindley e la Bora: voto 9 TATTICAMENTE PERFETTI

Non lo abbiamo mai visto in difficoltà il 26enne australiano, a cominciare dalla vittoria sul Blockhaus passando per una gestione sempre molto lucida. Si è preso una gran rivincita dopo aver perso la maglia nel 2020 all’ultima crono a favore di Geoghegan Hart e della Ineos, con la sua squadra la Bora che aveva sbagliato completamente la tattica nelle gare precedenti. Ed è proprio il team tedesco ad avere il maggior elogio. Kelderman non si dimostra all’altezza? Ecco Hindley che sotto sotto era già il capitano, non si scopre dall’oggi al domani di avere un campione in casa. Buchmann che è arrivato settimo in classifica insieme proprio al corridore olandese più quotato sono stati aiuti essenziali. Così come Kamna, una gran rivelazione di questo Giro, sia per la vittoria sull’Etna che per gli attacchi nelle diverse tappe e per l’aiuto finale nella penultima tappa. Complimenti a Gasparotto, le sue lacrime e gli incitamenti, rimarranno nella storia. Perché non 10? Lo avrebbero meritano se avessero dominato senza contrasto la corsa rosa.

CARAPAZ E LA INEOS: 5 BEFFATI E POCO LUCIDI

Ad una tappa dalla fine era da 8 Richard, aveva rispettato il pronostico e senza fare una gran fatica si sarebbe portato a casa il secondo Giro. Ma è stato proprio lì l’errore: la fatica la doveva fare, doveva provare la gamba, capire come stava soprattutto nella terza settimana. E prove di forza ne ha avute parecchie se voleva rischiare. Un conto è perdere un minuto sull’Aprica o a Lavarone con tutto il tempo per rimediare, un altro è crollare sugli ultimi km dell’ultima salita. La Ineos è sembrata anche meno corazzata, con un Porte però come sempre più che importante. Ora al Tour si trovano di fronte il marziano dell’Uae e il fenomeno della Jumbo. Ho l’impressione che prenderanno le briciole con un podio (forse) di Thomas e le crono di Pippo Ganna.

LANDA E LA BAHRAIN: 6 allo spagnolo, 5 alla squadra COMPITINO

Il basco è così, a quasi 33 anni, ci ho tolto tutti i dubbi: non potrà mai vincere una grande corsa a tappe. E’ un ottimo scalatore, non molla mai e per una volta non è stato neanche particolarmente sfortunato. Però non basta. Anche se fosse stato comunque maglia rosa avrebbe straperso per colpa della crono. Nel ciclismo moderno non basta più schiantare le salite e lui purtroppo non domina incontrastato neanche lì. La squadra? Non ho capito neanche una tattica in questo Giro, forse solo quando hanno richiamato Poels, ma nell’ultima tirare così, l’ho trovato insensato. Sono troppo cattivo nel voto perché comunque hanno piazzato anche Bilbao in top ten, hanno vinto con Buitrago a Lavarone e fatto degli ottimi secondi con lo stesso colombiano e alla penultima con Novak (anche lì, bah). Però rispetto al Giro 2021 tutto cuore (Damiano e Pello sugli scudi) mi aspettavo di più. Nelle volate, Bauhaus non pervenuto.

INTERMANCHE’ WANTY GOBERT: 9 SORPRENDENTI

E’ chiaramente la squadra sorpresa di questo Giro. Sorprendenti è il termine adatto, anche se in primavera e già l’anno scorso avevano fatto intravedere le loro potenzialità. Girmay è una forza della natura, si conferma a grandi livelli con una gamba veramente interessante. Sa andare in fuga, va forte in volata, è grintoso e anche imbranato. Si rovina la festa con quel tappo di bottiglia nell’occhio che avrebbe fatto meritare un 10 pieno al team. Pozzovivo è il ciclismo, è garra, non molla mai a quasi 40 anni nonostante riesca a stare per miracolo con tutte quelle placche in corpo. E quando perde qualcosa lui in classifica, arriva Hirt che becca una fuga totale (il gruppo lì come spesso ha fatto ha sbagliato) ed è rientrato nei primi 10. Ha dimostrato di essere uno scalatore interessante con una discreta gamba. Complimenti.

VAN DER POEL: 9 GENIO E SREGOLATEZZA

Eh…è il ciclismo moderno. Meraviglioso. Ha sempre fatto qualcosa in tutte le tappe e quell’unico sigillo gli sta strettino. Ci ha fatto divertire sempre. In volata, in fuga, in salita anche quando su una ruota faceva gasare la folla. Ha un limite enorme: la tattica. Non sta dentro gli schemi, fa quello che vuoi ed è una grossa pecca se vorrà diventare ancora più grande. Sarebbe stato un dieci ma del resto…Genio e sregolatezza..

NIBALI: 6.5 (al Giro 2022), 9 (alla carriera) GRAZIE

Che vuoi dire a Vincenzo? Ha 37 anni, approfitta della sfortuna capitata a Bardet e Almeida che molto probabilmente gli sarebbero finiti davanti per concludere la corsa al quarto posto che è oro colato dopo gli ultimi anni anonimi. L’inizio della stagione per la sua Astana non è stato per niente favorevole visto il Covid e gli infortuni ma ha fatto intravvedere di essere un discreto gruppo in questa corsa rosa. Ha tenuto il passo dei tre “big” lo squalo dello Stretto però a parte quell’attacchino in discesa dove però ha subito cambiato idea è difficile ricordarlo in questo Giro. Solo per l’annuncio del ritiro dalle corse a fine anno. E lì non possiamo non dire di non esserci commossi. Vincenzo è come Valentino Rossi, come Zanetti, Totti, Maldini, Federer quando si ritirerà. E’ nella storia. Non gli ho dato dieci solo per quella medaglia olimpica non acciuffata. Ma lì ci ha messo lo zampino la sfortuna.

YATES E DUMOULIN: 4.5 DESAPARECIDI

(Bike Exchange e Jumbo però voto 6.5 ALTERNATIVI)

Ci è capitato troppo spesso di criticarli negli ultimi tempi ed avere qualche fiammata non basta più. Il britannico ok, ha vinto due tappe ma sull’Etna è svanito come neve al sole probabilmente a causa di un problema muscolare. Però esiste il fatto che la corsa rosa si onora, non si va a casa così in modo quasi anonimo. Uguale l’olandese della Jumbo che è arrivato con i riflettori non troppo puntati e se ne è andato al buio completo. Ha preso baccate a destra e manca con il solo il quarto posto dopo un ottimo lavoro per il vincente compagno Bouwman a Potenza (maglia azzurra totale, ci ha provato sempre. voto 8) non può e non deve bastare.

ISRAEL: 2 NON PERVENUTI

Cosa ci sono venuti a fare? Non li abbiamo mai visti in una fuga. De Marchi, uno specialista, non ha attaccato neanche a casa sua a Buja, veramente anonimo. Così come Nizzolo, qualche piazzamento in top ten e poco altro. Ex campione europeo e italiano 2020, figuraccia. Gli altri? C’era qualcun altro?

BARDET E JOAO ALMEIDA: 7 PREMIO ALLA SFORTUNA

A mio avviso i corridori più in forma di questa edizione. La gufata. Il primo si è ritirato per problemi gastrointestinali, il secondo per Covid. Più rogna di così non si può. Il francesino della Dsm aveva dato l’impressione finalmente di poter dare una svolta alla sua carriera, è sembrato lucido e pronto anche a non abbandonare alla terza settimana. Invece….Le sue lacrime sono un simbolo, ci riproverà il prossimo anno, ne sono certo. E Joao? Ragazzi, se volete veder correre un corridore enigmatico guardate lui. Sembra crollare da un momento all’altro e invece….Aveva un distacco da Carapaz leggermente alto, più di un minuto prima di mollare, poi ci ha messo la sfiga. Sta maledetta pandemia che continua a rompere le palle. Farà la Vuelta, da tenere d’occhio.

IL CICLISMO ITALIANO: 5+ CI VUOLE MOLTO CORAGGIO (Cit)

Vincere 5 tappe con ragazzi di età che vanno dai 28 ai 24 anni non basta. Abbiamo aspettato 11 giorni per vedere le braccia alzate di Dainese in volata e poi 4 squilli, tutti meritati, ma non con uomini di classifica. Non ne abbiamo. Vincenzo e Domenico sono alla fine ma dietro non si vede nulla. Caruso ne ha 35 ed è un capitano in pectore. Poi basta. Fortunato è acerbissimo, Formolo un gregario, Ciccone va forte in salita ma di testa deve ancora lavorare, patisce la pressione. In volata curiamoci il corridore della Dsm, Consonni è solo uomo da piazzamenti. E non responsabilizziamo Covi, non facciamo come con i giovani calciatori che con 15 buone presenze in A sono fenomeni e pronti a giocare in Nazionale. Facciamoli crescere e responsabilizziamoli. Il ciclismo italiano è da rifondare a partire dai settori giovanili. Nella velocità siamo i numeri uno ora, ma dietro è stato fatto un ottimo lavoro.

IL GIRO: 8 SI PUO DARE DI PIU’

E’ stato un Giro più degli altri anni attento alla sicurezza dei corridori. Su questo non ci sono dubbi. Cadute in gruppo sono state limitatissime e gli arrivi in volata decisamente poco pericolosi.

Le salite? Belle, bellissime, mancava direi solo lo Zoncolan come ciliegina. Mi sono sembrate forse anche un po’ troppe, darei meno possibilità ai big di trovare i momenti buoni per accendere la corsa. Così, si sono parecchio risparmiati. Ottimi i percorsi cittadini, da riproporre con attenzione.

Da rivedere i punteggi per le maglie azzurre e ciclamino, così come gli abbuoni, sono d’accordo con l’amico Poppy, di aumentarli ai primi cinque di tappa (20”, 12”, 8”, 6”, 4”). Ci sarebbe più bagarre in corsa.

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