Questa volta Pogacar e la Uae avranno del gran filo da torcere. La Jumbo è una corazzata che fa paura e ieri l’ha dimostrato.
Con quell’attacco roboante di Van Aert e dei suoi compagni (solo Roglic è sembrato in difficoltà) hanno dato un segnale forte a questo Tour.
Il belga è un fenomeno, non lo conosciamo oggi. Maglia gialla, due secondi posti prima del trionfo alato di ieri e in meno di un mese di corsa ha racciolato vittorie e podi per più della metà.
È una meraviglia vederlo correre poco da dire anche se non è particolarmente simpatico. Aspetto questo che è di casa invece in Van der Poel, per ora anonimo dopo lo show del Giro, ma che oggi, nell’inferno del pavè, potrebbe accendere la bagarre.
Eh si, oggi sarà un vero e proprio inferno. Lille-Arenberg con in mezzo tanti di quei ciottoli sulle strade di una parte della Paris-Roubaix.
Dopo 80 km arriverà il primo tratto di pavè, Villers-au-Tertre a Fressain per 20 km totali di distribuiti in soli 77 km di corsa. I più duri settori sono da Warlaing à Brillon e da Tilloy-lez-Marchiennes à Sars-et-Rosières, entrambi negli ultimi 30 km. L’ultimo tratto, quello da Hasnon à Wallers, porterà a soli 6700 metri dal traguardo. Insomma, le pietre fanno paura e che peccato non vedere in corsa Sonny Colbrelli.
I favoriti sono i soliti WVA e MVDP ma occhio alle sorprese: la maglia a pois Magnus Cort Nielsen sta benone e Van Baarle, Kung, Lampaert, Pedersen, Mohoric e io ci aggiungo anche il mio pupillo Van der Hoorne, non staranno a guardare.
Insomma, è tutta da vedere. La Gran Boucle prende vita.
Foto: Sprint Cycling Agency
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