Bnj TDF. Vingegaard c’è, il Tour è ancora vivo. In Svizzera spazio ai deludenti?

Il Tour non è stato ucciso ieri sulla Planche des belles Filles. È ancora vivo, ma la sfida sarà aperta a due soli contendenti, due “mostri”.

Pogacar e Vingegaard è indubbio che abbiano una marcia in più e quest’ultimo ha dimostrato anche ieri di averne quasi come il fenomeno sloveno seppur beffato a qualche cm dal traguardo per il cannibalismo del leader dell’Uae.

Cos’ha dalla sua Vingegaard? Ha una squadra più forte a mio avviso. La Jumbo, se Roglic accetterà di fare il gregario è una corazzata con i vari Van Aert, Laporte, Benoot, Kuss, Kruijswijk, Van Hoojdonck.

La Uae ha sì in Majka un corridore più che affidabile e Bennett/Soler sono scalatori puri tosti, McNulty per ora ha tenuto ma nelle tre settimana è un’incognita, Hirshi invece in questa condizione chiamato all’ultimo secondo al posto di Trentin è come non averlo.

E la Ineos? Ha 4 corridori nei primi dieci ma non si intuisce chi è il capitano designato. Il primo che non molla direi. Tra Thomas, Martinez, Yates e Pidcock. Troppi galletti.

Dei francesi sappiamo la tenuta nelle grandi corse a tappe e Gaudu/Bardet ne sono la testimonianza. Quintana ieri ha perso parecchio ma in una top ten ci sarà, così come Mas e Vlasov, un po’ deludente forse a causa dell’imprevisto di due giorni fa. Gli italiani non sono in formissima, Cattaneo è crollato e Caruso come dicevo, dalla seconda settimana si farà notare.

Un plauso a Kamna, dopo l’ottimo Giro sta dimostrando anche al Tour di essere un gran scalatore.

Oggi si sconfina in Svizzera. Vediamo cosa succede con i fughisti e qualche deludente d’avvio proverà a tirare fuori qualche coniglio dal cilindro.

Si inizierà a salire dopo soli 30 km, anche se il primo GPM, quelle del Col du Marechet, arriverà al km 75. L’ascesa più dura è piazzata a metà percorso, quando i corridori dovranno affrontare i 6,7 km al 5% della Côte des Rousses. Al termine di una lunga discesa, la strada tornerà a salire per il secondo arrivo in salita consecutivo, anche se la strada verso lo Stadio Olimpico di Losanna non sarà per niente come le “belle figlie”.

Foto: Gazzetta.it

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