27 anni fa, ieri, 18 luglio, moriva Fabio Casartelli.
Aveva solo 25 anni il corridore, medaglia d’oro olimpico a Barcellona 92. Stava correndo al Tour nel 95 e sulle strade dei Pirenei ha perso la vita a seguito di una caduta in discesa e l’impatto fatale con un paracarro di cemento.
Aveva tutta una carriera d’avanti, un figlio appena nato e una moglie che lo amava con tutto il cuore.
Si stava correndo la quindicesima tappa da Saint-Girons a Cauterets. Verso mezzogiorno, mentre il gruppo dei corridori scendeva il Colle di Portet-d’Aspet verso Ger-de-Boutx, a una velocità di circa 80 km/h, si verificò una caduta collettiva.
Anche Casartelli rimase coinvolto: perse il controllo della bicicletta, sbatté violentemente la testa contro un paracarro e restò a terra esanime. Subito soccorso dal dottor Gérard Porte, fu trasportato in elicottero all’ospedale di Tarbes, dove venne dichiarato morto alle ore 14:00, dopo tre arresti cardiaci e senza aver mai ripreso conoscenza.
Oggi, dopo la giornata di riposo e la vittoria di domenica in volata di Jacobsen che ha battuto Van Aert e Philipsen, sarà il giorno del ricordo e ci piacerebbe vedere alzare le braccia al cielo Damiano Caruso a Foix.
A far paura è il finale, con i Gpm del Port de Lers e del Mur de Peguère (il Port è una salita di 1a categoria che misura 11,4 km al 7% di pendenza media, il Mur ne misura 9,4 al 7,9% ma gli ultim tre chilometri e mezzo sono sempre con pendenza in doppia cifra con punte del 18 e del 19%) e Pogacar ha già preannunciato bagarre.
Il corridore della Bahrain, in difficoltà nelle prime due settimane e fuori classifica però ha bisogno di rilanciarsi e con un attacco da lontano potrebbe essere possibile portarsi a casa la prima gioia italiana.
In ricordo del povero Fabio.
Foto: Eurosport
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