Questo piccolo grande amore

Ci siamo, da domani inizia la settimana più bella e intensa dell’anno. Rispetto all’euforia degli anni passati mi sento più consapevole e concentrerò l’attenzione sulla curiosità sia per la conduzione che per i cantanti in gara.

Claudio Baglioni, artista che ha fatto innamorare generazioni di fanciulle, a capo dell’evento italiano più importante. Nutro alcuni dubbi ma come la kermesse insegna, solitamente quando tutto è scontato si va verso il fallimento, lui dovrà fronteggiare un triennio andato liscio come l’olio sotto la conduzione eccelsa di Carlo Conti, compito difficile ma non impossibile. Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, la ragazza prodigio della tv cercherà di portare la sua energia e bellezza e l’attore romano la preparazione e simpatia che lo hanno reso il maggiore interprete del cinema italiano. Potranno coesistere? Al momento dagli spifferi che fuoriescono sembra di no ma le malelingue molto in Ligurian Version sappiamo che non tardano a placarsi. Staremo a vedere.

Scelta musicale, il favorito sembra Ron pescato da Baglioni dopo la deludente eliminazione della scorsa edizione (novità: quest’anno nessuno va a casa) il quale gli ha consegnato un pezzo inedito di Lucio Dalla, sono curioso di ascoltare Ermal Meta e Fabrizio Moro in un’inedita coppia che si scioglierà finito il Festival, Mario Biondi, Renzo Rubino, Diodato e Roy Paci, Enzo Avitabile con Peppe Servillo, Lo Stato Sociale in un incredibile affacciarsi della musica indie e naturalmente il ritorno dei Decibel di Enrico Ruggeri.  Non saprei cosa potrebbero tirare fuori Le Vibrazioni e i The Kolors. Poi ci sono i classicissimi new generation come Annalisa, Nina Zilli, Noemi e Giovanni Caccamo. Spazio all’old style con la presenza di Luca Barbarossa, Ornella Vanoni, i Pooh con il distaccamento Riccardo Fogli&Roberto Facchinetti oltre a Red Canzian. Mi aspetto tanto da Max Gazzè, lui sì che merita il prezzo del biglietto, senza dimenticare l’ultima apparizione degli Elio (forse). Per non parlare dei giovani, delizia della manifestazione, le canzoni sono più che interessanti  e possono essere a livello dei vari recenti passati Nigiotti, Dello Iacovo, Meta, Gabbani, Pini.

Vi racconterò tutti i giorni del Festival qua dentro, la Mansarda si sposta da un sottotetto a un altro posto magico che si chiama sala stampa Lucio Dalla, un luogo emozionante ricco di persone che sognano un giorno di poter arrivare all’Ariston Roof, la Serie A per i giornalisti. Tra balletti con Gabbani, allarmi bomba, gomiti notturni in bocca, un Luca che si chiama Paolo, domande impertinenti, cantate e risate con gli amici, le chiacchiere con il maestro Massimo Morini, un occhio a ciò che succede alla mia Savona, nottate di duro lavoro, Milhouse in via visitazione, mi aspetta una bella avventura che solo chi vive dentro a questa gigantesca bolla può capire.

Domani si parte. Nel teatro dei sogni i piccoli grandi amori durano. Almeno una settimana.

 

 

 

 

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