Nella notte tra domenica e lunedì ha vinto la Democrazia. Quasi il 70% della popolazione italiana è andata a esprimersi alle urne. Ottimo risultato, ma concetto e senso proprio di democrazia sembra sia passato con un altro significato.
Ha vinto il NO, la convinzione che la Costituzione, ultimo baluardo di questo Paese non si debba toccare. Invece no, appunto. L’unico obiettivo delle tre forze politiche in dissidenza cioé Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia, era quello di mandare “a casa” il presidente del Consiglio Renzi, reo confesso di aver stuzzicato la loro voglia con dichiarazioni di uscita in caso di sconfitta, sbagliando clamorosamente tempi e necessitá di istituire un Referendum di cui forse non c’era bisogno.
Pro e contro, ne possiamo dire tante e mi fa specie parlarne qua, unico posto in cui le discussioni da bar e da simil commissari tecnici della politica non sono di casa. Ma dentro mi si é acceso qualcosa, al di là della preoccupazione di un futuro di questa Italia che ha sempre di un più l’immagine di un gioco a premi in stile Avanti un altro, Sotto a chi tocca.
Durante la Maratona referendaria, giorno storico per la nostra radio, 6 ore di diretta consecutive, servizio pubblico alla Mentana ,un pò il sogno di noi aspiranti giornalisti, ho sentito queste dichiarazioni da parte di un esponente politico: “La sinistra ha tanto cara una data di questo paese che é il 25 Aprile. Questo é un nuovo 25 aprile”.
Il ribrezzo mi é salito, non ho ribattuto a questo personaggio, quasi il groppo in gola per chi non ce l’ha fatta, per i nostri nonni che negli occhi hanno ancora la paura, il dolore, la sofferenza, la voglia di libertá che hanno ottenuto lottando, 20 anni di regime non si scordano, probabilmente il fascismo non é mai morto. Non mi sono venduto la notizia, avrebbe fatto scalpore, avrei potuto mettere in difficoltá una piccola radio universitaria ma qua la libertá di parola non me la stronca nessuno.
Il nazifascismo l’abbiamo debellato il 25 aprile del 1945 che veneriamo tutti i giorni, nessuno ce lo può toccare. Quello é IL giorno del nostro Paese, tutto il resto sono chiacchiere.
Non so cosa succederá, ma ricordiamoci che c’é stato qualcuno che l’ha ricostruita da quel giorno l’Italia, con il sudore e il sangue sulla fronte. Basta piagnistei o parole vergognose gettate al vento.
Di Liberazione ne esiste una sola.
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