Abbiamo fatto (fuori) il Conte senza l’oste

Probabilmente noi interisti avevamo già nella mente la nuova Inter di Allegri con il 4-3-1-2, Eriksen al centro, un gioco che non ci avrebbe convinto, vittorie per 1-0 ma possibilità importanti di portarsi a casa lo scudetto.

Però questa è un’altra storia. Partiamo dal principio.

La sconfitta di coppa brucia ancora tantissimo soprattutto per come è andata a finire. Lukaku, il miglior giocatore della stagione, sul 2-2 sbatte sul portiere del Siviglia e qualche minuto dopo una rovesciata sbilenca del difensore che ci ha regalato l’1-0, colpisce il piede del bomber belga e gli spagnoli passano in vantaggio portandosi a casa la finale. Gol sbagliato, gol subito, legge tremenda di un calcio perfido.

Conte nella conferenza stampa post partita, ha parlato praticamente da ex allenatore dell’Inter, ringraziando la proprietà per avergli dato la possibilità di allenare i nerazzurri, cercando di capire se è la sua priorità la famiglia o se lo è il calcio (mi ha fatto rabbrividire questa frase, non dovrebbero esserci dubbi direi). Una sfuriata due insomma, dopo le parole destabilizzanti a fine partita contro l’Atalanta l’ultima di campionato.

Alcune situazioni di quest’anno non gli sono piaciute ha detto. C’è quindi qualcuno che ha remato contro in società? Escludendo Marotta e Oriali, l’indiziato è Ausilio che però a sorpresa è stato confermato. Fronte campagna acquisti. 9 giocatori nuovi, un Lukaku voluto e convinto (gliene va dato atto), Sanchez, i due giovani centrocampisti più promettenti italiani (un fenomenale Barella e uno sfortunato Sensi, e fa niente se arrivano da Cagliari e Sassuolo e non hanno esperienza), poi Young e Moses e infine Eriksen. Che non voleva, preferiva Vidal. Sciuscià e sciurbi nu se po, si dice dalle mie parti. E poi non gli hanno comprato Domenico Morfeo. Con tutto il rispetto, anzi, uno dei migliori giocatori della Premier.

Con un piede e mezzo fuori dal mondo Inter ieri si è svolto il vertice con il presidente Zhang. Dimissioni, risoluzione consensuale, esonero (improbabilissimo visto che Spalletti e il futuro nuovo tecnico sarebbero a bilancio più i 12 milioni all’anno per due anni di Conte) oppure buonuscita e amici come prima. Erano queste le soluzioni, improbabili e poco vantaggiose per le controparti.

Cosa gli può aver proposto l’Inter? Colpi di mercato di vero spessore, potere decisionale e forse una fuori uscita di qualche mela marcia dalla dirigenza. Non Ausilio però, lui è blindato.

Ma la società, che ricordiamo comanda e gli paga un lauto stipendio, cosa gli avrà chiesto? Probabilmente più rispetto, stop con le sfuriate pubbliche e naturalmente vincere.

Chiedergli di essere più interista quello penso sia impossibile. Non ce l’ha nel dna, è distante anni luce da quello che può essere un tifoso dell’Inter, vestito che invece i vari Simoni, Mancini e Mourinho sapevano ben indossare.

Il dna è da juventino ma lo stile proprio no.
In quello nonostante abbia già vinto deve assolutamente migliorare.

Avrà tempo almeno di inaspettati (ma non improbabili visti i suoi chiari di luna) colpi di scena per altri due anni. E chi ci avrebbe creduto dopo Colonia. Avevamo fatto il Conte senza l’oste Zhang.

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